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Da Siem Reap a Battambang in barca: in viaggio dove scorre il fiume.

Una delle cose che più mi piace dell’Asia sono i ritmi che regala: possono essere molto lenti.
Che non è sempre un bene, intendiamoci.

A rallentare si vedono cose che tante volte si farebbe anche a meno, ma cosa ci vuoi fare: alla fine il gioco è questo e forse ci piace proprio perché si gioca così.

Abbiamo tutti sentito fino alla nausea che il vero viaggio non è la destinazione ma quello che ci passa nel mentre: sta cosa non è sbagliata e a dirla una volta in più non si fa certo del male, anche perchè è proprio questa la ragione che mi ha spinta ad andare da Siem Reap a Battambang via acqua, quindi come tacerla.

On the way to Battambang, Cambodia

Non è certo la strada più corta, bisogna esserne convinti: vuol dire dedicare un giorno intero ad uno spostamento e qui son scelte.
Scelte di vita direi, senza esagerare.

Ok, non sarà la strada più corta, ma come capita sempre con i percorsi tortuosi, garantito è la più suggestiva e non solo per quello che si vede oltre il parapetto.

Floating villages, Cambodia

Anche qui non è possibile garantire un tempo di percorrenza esatto, ci si possono mettere sei ore come undici, dipende da tanti fattori, primo fra tutti la stagione: in quella secca, dove il livello del fiume si abbassa e non di poco, i tempi si allungano.
Nella stagione secca può perfino essere che a Battambang in barca non vi ci portano nemmeno, che l’acqua è troppo bassa, e bisogna fare in altro modo (questa è una cosa da tener presente).

Tonle Sap Map created by Matti Kummu (Helsinki University of Technology )
Tonle Sap Map created by Matti Kummu (Helsinki University of Technology )

Io sono andata nella stagione delle piogge e ci ho messo poco più di 7 ore.

Partita la mattina attorno alle 7, sono arrivata a destinazione nel tardo pomeriggio, un po’ incriccata: su quella barca non ci sono poltroncine imbottite, ma panchette in legno di un’austerità che ormai si sfoglia solo nei libri di scuola.

Ci stacchiamo dalla riva sciaguattando in un fiume di verde, col motore che sbuffa nuvole di quelle da annerire la tunica di un qualche santo in paradiso.
Partiamo col fogliame a fare da contorno alla chiglia come un alloro sulla testa di un poeta consegnato all’onore del marmo, via, verso un’acqua che ha il colore come solo le nocciole.

On the boat to Battambang

Leaving Chong Khneas
Leaving Chong Khneas

Il rumore del motore non vuole uscire dalle orecchie e rimane a far compagnia per tutto il viaggio, con quel sottofondo che alla fine ti ci abitui e diventa parte del ritratto di famiglia: se sparisce si vede subito che manca qualcuno.

Si attraversa il Tonlé Sap, che è un fiume ma anche un lago: nella stagione delle piogge la più grande riserva d’acqua del Sud Est asiatico.
Si attraversano villaggi galleggianti dove la vita che scorre fa lo stesso rumore delle onde che accarezzano le assi ormai incrostate, con una cura che pare materna.

Ed è così tutto il tempo.

Sette ore sopra una panca che se la molli perdi il posto e resti in piedi. Man mano che si va avanti, canoe di cambogiani si avvicinano portando in regalo i compagni di un qualche pezzo di strada, che salgono al volo carichi di provviste come di famiglie intere, e tu ti ritrovi in un miscuglio di facce che alle volte un po’ stride: sembrano due sistemi solari diversi quelli dell’Oriente e dell’Occidente, ma alla fine se ne stanno lì, sulla stessa bagnarola, sotto lo stesso sole che se anche ci sono più di 30 gradi conviene mettersi la felpa, altrimenti sai l’ustione.

East & West
East & West on the boat

E’ bello così, guardi dentro e guardi fuori: dentro la barca e dentro la felpa, che anche lì si sente qualcosa che stride, ma finché non ti costringi a vivere una giornata al ritmo di quell’acqua che va in cerca della sua destinazione mica te ne accorgi.

I bambini salutano instancabili dalle verande mentre qualche adulto si dondola su un’amaca o tiene tra i denti una sigaretta che deve aver conosciuto momenti più gloriosi.
C’è chi cucina e chi esce a fare provviste.
C’è chi sta partendo e chi forse non è arrivato mai.

Life in floating villages

C’è tutta una vita lì attorno, che scorre insieme all’acqua, e se ci sei o no lei va avanti uguale.

E quando fa quasi buio e il viaggio è finito, ad aspettarti c’è la nuvola di tuk tuk alla quale ormai ti sei anche un po’ affezionato: questa volta il sedile è imbottito, che per oggi va bene così.
Sui tuoi pensieri ci sei stato seduto anche troppo, ora è bello lasciarli andare a dormire, tanto domani saranno pronti a pungerti di nuovo.

Qualche nota sulla traversata:

Per l’acquisto dei biglietti potete rivolgervi direttamente alla guesthouse che avete scelto per pernottare a Siem Reap, ma ho visto che ci sono agenzie anche in città che ne vendono.

Verrete quindi prelevati a domicilio da un tuk tuk che vi porterà in centro a Siem Reap, dove troverete l’autobus per Chong Khneas, punto di partenza della barca.

Una volta a bordo avrete la tentazione di salire sul tettuccio per abbronzarvi durante il tragitto: magari fatevela passare, che evitare un’ustione da record non è un’idea poi così malsana.

Portate qualcosa da mangiare e da bere: la sosta è una soltanto, a metà del viaggio, in una specie di autogrill che galleggia sulla fiducia; facile che un po’ d’acqua vi serva anche prima.

Non bevete troppo, che il bagno sulla barca ve lo raccomando.

In ogni caso, per scongiurare eventuali scene di panico, comunico che chi scrive quel bagno l’ha collaudato ed è qui a raccontarlo: proprio vero che si sopravvive a tutto.

Bye bye!
Bye bye!

12 pensieri riguardo “Da Siem Reap a Battambang in barca: in viaggio dove scorre il fiume.”

  1. Ciao Cabiria! Mi è piaciuto tantissimo il tuo post. io sto per andare in Cambogia e vorrei assolutamente fare il percorso in barca da Siem Reap a Battambang. Una domanda: sei tornata a Siem Reap in tuk tuk?

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  2. Ho riletto questo post. In verità li sto rileggendo tutti.
    Inizia il panico da imbarcazione… ma non vedo l’ora!
    E quando ho riletto: “Una volta a bordo avrete la tentazione di salire sul tettuccio per abbronzarvi durante il tragitto: magari fatevela passare, che evitare un’ustione da record non è un’idea poi così malsana.” ho pensato “Ma come diavolo fa a saperlo?” Ahahahahah 😀 Grazie per questi post!

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    1. Grazie a te, Manu!

      Quello dell’ustione è un problema vero: ho visto cose….
      A parte gli scherzi, se riesci a trovare posto sotto è meglio, in più tieni a portata di mano la crema solare (che dovrai mettere più di una volta, più che altro perchè si suda tantissimo), e se riesci anche una maglia leggera a manica lunga: io generalmente non mi scotto, ma ti giuro che ad un certo punto ho messo la felpa, nonostante il gran caldo!

      Finchè sei sull’acqua (e lì ci stai almeno sette ore) non te ne accorgi, ma la sera…non ci voglio nemmeno pensare!

      Ti piacerà, sono sicura 🙂

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  3. Leggere i tuoi post sull’Asia é quasi come andarci!
    Momenti di gioia pura!

    Sto annotando mille cose utili!
    Bellissima la nota finale sul bagno ahahhaha perfetta per gli Asia-scettici per “l’igiene”

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  4. Non posso che esprimere un altro noiosissimo commento positivo. Già lo sai.
    Dico solo che mi intriga sempre più quest’Asia..
    e non si può dire di no alla nuvola di tuk tuk!!! 😀

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    1. La parola “noiosa” proprio non ti si addice 🙂
      E sui tuk tuk ormai la sai lunga!!
      Tieni presente la Cambogia per il prossimo viaggio: secondo me ti piacerà! (poi mi dirai se ci ho preso!!)

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