Jim Thompson house bangkok

Le case degli spiriti: retaggi d’animismo tra Thailandia e Cambogia

Diciamolo subito: questo sulle case degli spiriti non è il tipico post di Halloween, anche se col giorno ci siamo; qui si parla di qualcosa che ha a che vedere con l’animismo, più che con le tradizioni prese in prestito dall’altra sponda dell’Atlantico.

Mi sono imbattuta per la prima volta nelle case degli spiriti durante il mio viaggio tra Thailandia e Cambogia, che in effetti a Bali non ne ho mai viste, e mi hanno subito incuriosita.

Casa degli spiriti, interno - Bangkok
Casa degli spiriti, interno – Bangkok

Che diavolo sono?

Alla prima occhiata veloce sembrano l’incrocio tra un presepe mignon e una dimora per nani da giardino arredata secondo i principi del feng shui.
E’ che quella dei nani non è pratica diffusa nel Sudest asiatico (sarà anche per questo che l’adoro).
Sui presepi poi, non c’è neanche bisogno di stare a dir niente.

Si trovano un po’ dappertutto, basta farci caso, che è buona regola per ogni edificio averne una.

Casa degli spiriti - Cambogia
Casa degli spiriti – Cambogia

Ma perché?
Perché piazzare fuori casa questa specie di tempietto che poi se ne sta lì, più o meno colorato, più o meno abbellito, sopra il suo trespolo conficcato nel terreno?

Dicevamo dell’animismo, e il punto è proprio questo: per farla spicciola, tutto è spirito e ogni luogo ha gli spiriti suoi, il fatto è che questi spiriti sono per natura inquieti e se non gli si dà un posto dove stare, finisce che fan casino.
E uno in genere c’ha già i suoi problemi per occuparsi anche di questo.

Ecco il perché delle case.

Sono delle vere e proprie abitazioni in miniatura, costruite nei pressi di ciascun edificio in un punto ben preciso, in modo tale da non rimanerne mai all’ombra (pare che gli spiriti siano anche suscettibili).

Casa degli spiriti con offerte - Cambogia
Casa degli spiriti con offerte – Cambogia

Vengono addobbate e popolate di statuette, buone contro la solitudine, e vengono quotidianamente fatte oggetto di offerte: cibo, incensi, candele, tutto quel che serve per invogliare gli spiriti ad abitarci, e per farli sentire coccolati.
E soprattutto per fargli passare la voglia di gironzolare per l’abitazione principale.

Ognuna di queste casette ha la sua la sua personalità, ne ho trovate di tutti i tipi e in ogni dove: in villaggi dove non c’è neanche la corrente, fuori da ristoranti più o meno cittadini, e pure accanto alla Silver Pagoda, uno dei luoghi più conosciuti e fotografati di Phnom Penh.

Silver Pagoda - Casa degli spiriti
Silver Pagoda – Casa degli spiriti

A Bangkok ce n’è una anche alla casa di Jim Thompson (questo è un personaggione: avrò modo di parlarne), splendida abitazione costruita interamente in tek, dove la casa degli spiriti non poteva che essere in legno.

Casa degli spiriti - Jim Thompson house, Bangkok
Casa degli spiriti – Jim Thompson house, Bangkok

Ma quella che più mi ha impressionata l’ho vista ai killing fields, poco fuori Phnom Penh: nella sua crudezza mi ha fatto accapponare la pelle.

“Le case degli spiriti sono il riflesso di credenze antecedenti all’induismo e al buddhismo […] sono un simbolo d’amore per chi non c’è più. Sono il luogo del rispetto per gli spiriti senza pace.”

Questa è l’audioguida che parla.

Il fatto è che quella casa degli spiriti sta proprio accanto al killing tree, che l’ho scritto qui per cosa veniva usato.
Quindi sei lì davanti e dopo tutta questa bella spiegazione realizzi che gli spiriti senza pace sono quelli dei bambini morti senza un perché.

E allora forse ti viene più facile calarti un po’ in questa che pare una stramberia tutta orientale e capirla almeno per un pezzetto: quei bambini sono morti senza un perché, almeno diamogli un posto dove starsene in pace ora.

Choeung Ek - casa degli spiriti
Choeung Ek – casa degli spiriti

Se la storia degli spiriti vi ha incuriositi, lascio la parola ad Andrea, che ne sa molto più di me e ne ha parlato proprio in questo articolo su Viaggio Vero.

11 pensieri riguardo “Le case degli spiriti: retaggi d’animismo tra Thailandia e Cambogia”

  1. Durante il mio viaggio in Thailandia anche io rimasi un pò scioccata nel vedere che tutti, dalle dimore più dismesse fino agli Hotel 5 stelle, all’entrata avevano queste casette, per lo più dorate e rosse, con ciondoli, pupi, cibarie varie, monete… La tipa del posto mi spiegò che erano un santuario per accogliere gli spiriti maligni, di modo che trovando benessere in quelle “accoglienti dimore” non entrassero poi nelle abitazioni… C’è tanta fantasia, mista storia e intricata legenda nei loro racconti, che credi o no, comunque non puoi non restarne incantata! Con questo post ho ricordato un bellissimo viaggio ! 😉

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    1. Sono contenta di aver risvegliato quei ricordi!
      Ci sono un sacco di storie affascinanti da ascoltare e se ci si ferma un po’ si può solo rimanere incantati.
      E’ la cosa che più mi piace quando sono in giro: fermarmi ad ascoltare storie 🙂

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    1. A casa dove? Qui a Bangkok? In ogni palazzo in cui ho vissuto c’è sempre stata una casa degli spiriti (che non sono templi ma dimore che ospitano gli spiriti disturbati dalla costruzione dell’edificio). Il palazzo dove abito ora ha ovviamente la sua casetta e in più anche un altera dedicato a Phra Phikhanet (nome tailandese dato a Ganesha).

      In Italia? Di certo ne costruirò una quando (e se) tornerò a viverci…

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      1. Andrea dico solo che hai convinto il mio caro fidanzato a costruire una casetta degli spiriti nella futura casa! se è tornato a dubai per prendere un sisha, immagina se non torna a Bangkok per la sua casetta! 😀

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