sunset Pushkar India

La vera India?

Vera India: queste due parole mi perseguitano da circa una settimana.

Pushkar, into the sunset
Pushkar, into the sunset

Confesso, avevo scritto altro dopo i primi due giorni a Delhi, avevo già scelto le foto, dovevo solo pubblicare, ma…non era mai il momento giusto.

E se un momento non è mai quello giusto, c’è sempre un perché.

Mi son presa dell’altro tempo per riflettere.

“Sometimes you feel like a tourist in your own country”

Ero partita da questa frase che mi è stata sbattuta in faccia a poche ore dall’atterraggio e il nocciolo rimane qui.
L’India non si capisce.
L’India, se proprio va bene, la si può vivere, con tutte le limitazioni del caso.

Ho abbandonato le mie belle pretese e ho deciso di lasciarmi tirare dentro senza stare a fare troppe domande.
E la cosa che fa ridere è che queste parole che state leggendo scivolano sulla carta proprio mentre me ne sto sulla riva del lago, qui a Pushkar.

Pushkar che ci sono arrivata con l’idea di trovare la mia Byron Bay indiana, un’altra Ubud.
Ubud forse, ma molto esasperata.

Del mio rapporto travagliato con Ubud ho già parlato e non ci perderei del tempo ora; basti sapere che qui ho ritrovato all’incirca lo stesso meccanismo, ma portato all’estremo.

Esiste una vera India?
No.

Esistono le costruzioni che ci facciamo nella nostra testa, come per tutto ciò che sta a questo mondo.
Una mucca mi passa davanti e nel frattempo mi mettono sotto gli occhi un tariffario per le offerte al tempio, almeno mille rupie, bisogna essere generosi: anche l’incenso di Vishnu si paga a peso, come le ostie in San Pietro.

Arrivi a Pushkar dopo una settimana sulla strada e un po’ tiri il fiato; le esperienze edulcorate sono quelle che proteggono dalla vita vera e tante volte è inutile nasconderlo: un po’ di zucchero non fa schifo a nessuno.

Esistono tante India: il marasma di Delhi, che quando scendi in metropolitana hai la sensazione di colarti in uno stampo unico e fonderti col resto del mondo, così, senza nessuna barriera.

Esistono i palazzi del Rajasthan, che una volta luccicavano e adesso sono buoni per coprire un po’ di sporco, se solo non stai a guardare troppo dietro il marmo.

Esistono paesi nei quali le vie esplodono in guazzabugli che a fine giornata ti spompano, e nel letto ti ci butti ben volentieri.

Esiste Pushkar, dove arrivi e tiri il fiato.

Sta qui nel mezzo la vera India? Tra i tavoli di bar per fricchettoni?
Non credo proprio, ma intanto tiri il fiato, anche se qualcuno che ti tira la giacchetta non manca mai.

Quello che ho capito al giro di boa è che non ho capito praticamente nulla.
E che sarà sempre peggio.

Ma forse è proprio così che deve andare, che la prendi e la metti lì.
Poi, quando sarà, tornerà di suo.

Intanto me la vivo per quello che vedo e sento, senza più diventare pazza per capire dove sta quella dannata (d’annata?) soluzione, che tanto se esiste non si trova mai a tutti questi chilometri da casa.
Ecco, forse la vera India sta in questo tipo di regalo, una scintilla di consapevolezza che quanto te ne rendi conto è già andata via, ma intanto da qualche parte è passata.

E va bene così.

40 pensieri riguardo “La vera India?”

  1. In India per cercare sè stessi??? ahahahah…. ho abitato 2 anni in India a stretto contatto con questo paese e soprattutto (purtroppo) con questa gente traditrice che non ha rispetto neanche per i propri figli. Lo sport nazionale è lo stupro. I loro meravigliosi sorrisi sono finti e canzonatori, ma questo è un fatto che comprendi dopo almeno un anno passato a studiarne i modi e gli atteggiamenti cercando di capirli! Purtroppo le notizie che riceviamo di solito sull’India arrivano da chi vi ha trascorso pochi mesi, senza aver lavorato per lungo tempo a stretto contatto con queste persone, e quindi totalmente inattendibili, dal momento che si ha una chiara visione dell’India solo dopo anni di “pratica”. Anch’io all’inizio le chiamavo “contraddizioni” anziché “situazioni di merda” e tentavo di dare una spiegazione a tutte le assurdità che vedevo e spesso anche, come donna, subivo. Cercavo di giustificarli in accordo con i miei prinicipi di pietà e amore in cui ho sempre creduto, ed in virtù delle notizie (che ora so essere false) che ci giungono da persone che in realtà hanno solo voglia di mettersi in vetrina, sbandierando le loro distorte visioni prive di fondamenta solo per la vanità di mostrarsi agli altri in chissà quale cammino di spiritualità. Penso che un percorso del genere debba essere un fatto intimo e personale, ma questa è solo la mia opinione! Quel che è certo è che si tratta del paese meno spirituale del pianeta! Poi non parliamo delle caste, che saranno pure state abolite legislativamente, ma è un fatto che ogni indiano che si trovi un essere umano di casta inferiore davanti a sé, si sentirà legittimato a trattarlo peggio di un animale (ed è questo che mi è stato risposto quando ho chiesto loro spiegazioni: “tu come tratteresti un animale? con loro è la stessa cosa”)… e la stessa regola è valida per le persone di caste basse verso chi si trova in posizione ancora inferiore! Non hanno remore a sfruttare, vendere, picchiare i propri figli. A delhi durante l’inverno del 2011 siamo arrivati a 3 gradi… i bambini che chiedevano l’elemosina alla stazione metro vicino a casa mia andavano in giro completamente nudi perchè dovevano fare pena, mentre i genitori se ne stavano in disparte a fare niente sotto mille coperte. Belloooo! Questo è l’India: è una fogna, ti rende una persona peggiore e ti accorcia la vita!

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    1. Su diversi punti siamo molto d’accordo, anche se io avrei usato forse toni ed espressioni diverse, ma questo perché a differenza tua in India ci ho passato molto meno tempo.
      Ti dico che sono d’accordo su tante cose perché a Delhi ho vissuto con una famiglia di indiani (gentilissimi, non facciamo di tutta l’erba un fascio) che mi hanno aperto gli occhi.
      Siamo in due a non credere troppo alle immagini scintillanti delle pubblicità, e siamo in due a credere che cercare se stessi laggiù non sia una grande idea.
      Ma ogni esperienza è unica, e come tale va rispettata.
      Grazie per il commento, davvero, l’ho apprezzato molto!

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      1. Grazie a te per la risposta, sì, scusa per i toni un po’ forti, usare immagini colorite fa parte del mio essere, la ritengo quasi una scelta stilistica per rafforzare i concetti 😀 Purtroppo le sensazioni spiacevoli accumulate in due anni non si sono ancora del tutto esaurite e questo si riflette in ciò che dico, allo stesso tempo la noia per le tante persone che parlano senza cognizione giusto per apparire, mi ha portata a generalizzare e a dare un giudizio affrettato sulla tua esperienza, mea culpa! Buona fortuna per tutto!

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      2. Credo di poter intuire l’effetto che ti fa, almeno in piccola parte: io sono tornata “incazzata” dopo sole due settimane, figuriamoci cosa succede dopo due anni!
        Comunque non ti scusare perchè ti ripeto, sono d’accordo con te su tante cose, ma soprattutto perchè è giusto che si conoscano tutte le sfaccettature di un Paese che viene tante volte venduto come magico, quando di magico c’è veramente molto poco (per chi ha voglia di guardare bene 😉 ).
        Ricambio il buona fortuna!!

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    2. tutti discorsi inutili semplicistici e generalisti, consiglio mio : stai a casa.
      In India ci sono un miliardo e più persone e lo possiamo definire terzo
      mondo, nel cosiddetto primo mondo Italia quanti femminicidi all’anno
      in un paese con sessanta milioni di abitanti.Purtroppo non tutti anno la fortuna e la possibilita di capire.STAI A CASA.

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      1. Quello che non ho capito è il tuo commento, ma forse tu non hai capito il mio post. Non sono andata in India per cercare me stessa, questa cosa mi fa molto ridere 😊 e…a casa non ci sto. Buona giornata!

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      1. E’ una società di merda che sfrutta le donne, i bambini e i poveri in generale. Non esiste igiene e il governo è il più corrotto del mondo. Ripetimi che l’India non fa schifo, così rido un po’.

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    1. Ahime’ ci risiamo con il solito Italiota. L’opinione sull’India di gran parte degli italiani e’ esclusivamente dettata da quel poco che sanno dai giornali. In questo momento i giornali cercano qualunque notizia di cronaca nera sull’India per screditarla, per metterla in cattiva luce visto la spinosa faccenda Maro’. Magari solo per poter dire : guardate in che razza di paese sono ‘prigionieri’ i nostri soldati ! Quando in casa nostra fatti di cronaca analoghi ne accadono tutti i giorni.
      E l’italiano medio ci casca come un pollo pensa che un paese sia descritto da 4 righe su un giornale … ignoranti, sfruttatori, stupratori, terzo mondo ecc ecc.. e il caro “Jerico Jerry” non fa eccezione e fa parte della mandria.
      L”india e’ poverta’, c’e’ in molti luoghi scarsita’ di igiene, ha una burocrazia veramente intollerabile e molti problemi sociali restano irrisolti, ma e’ anche un luogo con il piu’ alto numero di laureati al mondo, dove la prospettiva di trovare un lavoro per cio’ che si ha studiato e’ il 100%, e’ il paese che ha garantito anche ai piu’ poveri l’accesso alle universita’ a pagamento e ad un minimo di sanita’ e’ garantita a tutti, e’ il paese dove conta ancora (anche se non solo ovviamente) la relazione e lo spirito al di sopra di ogni discorso economico o di Prodotto interno Lordo, e’ il paese dove tra alti e bassi convivono in pace religioni diverse e spesso contrastanti.
      Ho viaggiato in India per lavoro e per svago ma non me ne stanchero’ mai. Caro Jerico Jerry cerca di costruirti un cervello un minimo autonomo da quello che ti viene propinato dall’informazione quotidiana di giornali e tv, perche’ alla fine ci raccontano cio’ che vogliono e nella maniera che vogliono. Lo dico sinceramente …

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      1. Andrea, posso solo dirti una cosa: grazie per il tuo commento.
        Le tue sono le parole di chi conosce una realtà di sicuro non facile, ma che è ben diversa da quella degli stereotipi che fa comodo propinare; fa bene leggere che c’è gente come te che prima di prendersi la briga di giudicare si prende quella di capire davvero.
        A presto!

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      2. Buongiorno Cabiria,
        stavo solo cercando ‘ispirazione’ tra i tuoi bellissimi fotoracconti per il mio imminente ritorno in India lavorativo e avendo un we a disposizione non ho ancora deciso una meta. Ad ogni modo mi sono sentito di rispondere al post perche’ il qualunquismo mi ha sempre dato l’orticaria.

        Buona giornata e complimenti per il sito. Alla prossima
        Andrea.

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    1. Grazie!!!
      E’ una meta complicata, ma certamente vale la pena di essere vissuta 🙂
      Per come la sto vivendo io, è uno di quei viaggi “da portare a casa”, che mentre sei in giro non puoi far altro che incamerare!

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  2. Che bel post. Su Pushkar concordo, e te l’avevo scritto anche se forse non così esplicitamente. Arrivi cullato dall’immaginazione, poi ti ritrovi in un posto turistico, irritante, dove tutti vogliono qualcosa da te. Poi però ti trovi in riva al lago da solo e hai un momento di completa riconciliazione. Io di Pushkar ricordo solo quella foto, ora. E per ricordare tutto il resto mi devo sforzare.

    E’ un buon posto – come scrivi – sul quale riflettere sulla strada fatta fino a quel punto. Perché altri posti sono un tale sovraccarico di immagini, suoni, odori, pensieri che tempo di riflettere e riordinare i pensieri proprio non c’è.

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    1. Patrick, l’ho vissuta esattamente come dici…anche io credo che mi ricorderò poco, mi ricorderò quella mezz’ora sulla riva del lago col taccuino in mano.
      Pushkar la ringrazio per avermi dato la chiave di lettura di questa prima parte di viaggio, anche se come chiave mi ha aperto più dubbi che porte!!
      Ma è bello così 🙂

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  3. Cabiria aspettavo questo tua sensazione. L’India non e’ un viaggio semplice te lo avevo gia’ detto, mi pare. Comunque sei sulla strada giusta, lasciati andare e vivila semplicemente senza giudicare troppo le enormi contraddizioni. Vedrai che riuscirai a sentirla piu vicina a te se non proprio a capirla. Fammi sapere poi….Dove andrai dopo Puskar

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      1. Mi sento chiamata in ballo e vorrei chiedere a Jerico Jerry, dove è stato in India e se eventualmente ha visitato qualche altro paese extraeuropeo. Perchè vorrei capire da dove arriva tutta questa acredine……

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  4. La vera India non so davvero qual’è ma vorrei tanto avere l:opportunità di tornarci per (provare) a conoscerla ancora un po’…
    Perché la ricerca di se stessi e non solo forse non finisce mai…

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  5. MI fai pensare che forse l’importante sono le domande che ti poni (sai la storia dei dubbi della mente..)piuttosto che le risposte del momento. Quasi che il metodo che usi per osservare prenda il sopravvento sul fatto particolare di quell’istante. Tu guardi te stessa e studi come reagisci…mi sembra un ottimo punto di partenza per arrivare poi a “casa”.

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      1. Capita, cammin facendo , di avvicinare altri pellegrini che, anche solo per un tratto , vanno nella stessa direzione. Si fanno quattro chiacchiere tanto per passare il tempo.Tra “camminatori “,certe impressioni , chi le ha provate , le riconosce al primo sguardo…

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