Cabiria Magni

Strada

E’ una delle prime parole che mi vengono in mente quando penso all’India.
Scrivo dal sedile posteriore di un’auto che mi sembra di stare in una partita di Need for Speed: credevo di aver visto il peggio in Cambogia, ma devo dire che qui è professionismo.

Torno a Delhi dopo una manciata di giorni nel Rajasthan, dopo una manciata di giorni sulla strada.

Non credo esista posto migliore per vivere l’India, questo paese che ad ogni angolo riesce a farti sentire inadeguato, e lo dico con tutta la positività che sono capace di mettere in un aggettivo, nonostante quelle che potrebbero essere le apparenze.

Ho lasciato tanti scatti dentro la macchina, chissà se i migliori, fatto sta che son rimasti lì, a metà tra la macchina e la strada: non me la sono sentita di rubarli, pareva di essere in difetto.

L’India è un buon posto dove prendere le proprie convinzioni, accartocciarle e buttarle in un cestino, che tanto non te ne fai nulla. L’India è un buon posto dove fare gli scatti quelli che fanno davvero la differenza, gli scatti che nessuno vedrà mai, quelli che ci vuole una vita per svilupparli, noi che viviamo di Polaroid subito pronte all’uso.

Il tachimetro segna 100 km/h e sembra di andare almeno il doppio: lo slalom tra i camion delle tre corsie e il suono incessante del clacson nelle orecchie confondono.

La strada confonde.

Confonde quando stai camminando per un cortile e ti accorgi che un indiano ti sta scattando una foto da lontano, poi una da vicino: stavolta l’obiettivo sei tu, sei tu che stai dall’altra parte del vetro, sei tu quello strano, quello da far vedere agli amici “guarda che ho trovato!” e magari da mettere da qualche parte nella rete, buono per prendere qualche like.

Ad un paio di giorni dalla fine mi sento di dire che ci sono viaggi che si portano a casa e che l’India è uno di questi: troppo presto per scartarlo ora.

Ci sono viaggi che regalano serenità e nuovi slanci per affrontare il quotidiano: non l’India.
Sto per lasciare questo paese senza la tranquillità che di solito mi accompagna nei ritorni, forse perché fin da piccola ho sempre avuto la smania di scartarli subito i regali, di guardarla subito la Polaroid, soffia un po’ che adesso si vede, dai!

Non sono mai stata brava ad aspettare e stavolta invece dovrò farlo: i bordi della strada traboccano di vita che scorre lenta e non si lascia sorpassare.

C’è chi sta accovacciato attorno ad un fuoco che si sta per spegnere, c’è chi si arrotola meglio una coperta addosso, che prima che il sole esca fa freddo sul serio.
C’è chi si fa rasare dal barbiere alle dieci di sera e ti chiedi a che serve, c’è chi sta seduto e non fa niente.

C’è chi ti chiama per provare a venderti qualcosa.
C’è chi ti saluta, ti prende la mano e ti dice che è un piacere conoscerti, poi se ne va come è venuto.
C’è chi ti piazza un bambino in braccio, così ci fai una foto insieme.

C’è chi una foto te la chiede dall’alto dei suoi cinque anni e picture è l’unica parola che sa dire in inglese: anche se provi a parlarci non ci capisci nulla, ma quante cose ti sta dicendo.

Eccola, la strada.

Incontri a Jodhpur [grazie Raffaele per lo scatto!]
Incontri a Jodhpur [grazie Raffaele per lo scatto!]

14 pensieri riguardo “Strada”

  1. Quando ero piccolo mia madre mi metteva sempre in guardia dalla strada come se lungo ogni striscia di asfalto si nascondesse chissa’ quale pericolo, lei aveva timore delle auto che allora non erano numerose come oggi eppure la strada le faceva paura.
    Noi bambini timorosi di quei continui avvertimenti abbiamo sempre vissuto la strada come qualcosa da evitare da cui allontanarci piu’ in fretta possibile e questo e’ un po’ un retaggio che mi sono portato dietro anche da adulto.
    L’India ti rivolta ogni paradigma e la strada diventa luogo di socializzazione, di compravendite, di ritrovi e di saluti, di vita ma anche di morte.
    Negli ultimi 15 anni ho fatto avanti e indietro dall’India e ogni volta ho notato enormi cambiamenti, nuove strade, nuova metropolitana, nuovi edifici ma la strada resta un luogo immutabile, un luogo dove non si fa altro che vivere.
    Mi piace molto la tua descrizione quando dici che l’obiettivo in India sei tu in strada perche’ alla fine sei proprio tu quello strano.

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  2. Sono contenta per te….e gli scatti lasciati fra la realtà e la macchina, non ti preoccupare, saranno ben memorizzati in te e quelle memorie saranno i pungoli verso una nuova partenza…..Buon rientro Cabiria e quando sarai di nuovo nella realtà quotidiana, se ti sentirai un po’ smarrita scrivimi, conosco molto bene quella sensazione e potremo parlarne. Un abbraccio.

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    1. Tante volte le parole non servono a nulla 🙂
      Bel viaggio sì, di quelli da riportare a casa e scartare un pezzo alla volta, con calma: mi sa che è questo il mio regalo di Natale, me lo sono venuta a prendere quaggiù 😉

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  3. Inutile (o forse no?) ripteresi, sei proprio brava a rappresentare cose, emozioni, luoghi che non credo siano facili da condensare in poche righe! Rientri di già? Bhe, buon ritorno a casa (in tutti i sensi)!

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