Monaci al Wat Saket, Bangkok

Arrivederci Bangkok

Non ho la fortuna di innamorarmi spesso e tante volte quando succede nemmeno me ne accorgo, me lo devono far notare.

Esistono due tipi di memoria, una è quella classica, chiamiamola “del cervello”, ed è quella con cui litigo da circa trent’anni. L’altra invece lavora altrove, ed è quella che in genere frega, perché colpisce quando meno te lo aspetti, non si può controllare.

night in Bangkok

E’ stata proprio lei a farmi capire che con Bangkok c’era qualcosa di più di qualche bel momento trascorso insieme.

Mancavo da questa città da un anno, e quando sono tornata è stato come se ci fossimo salutate il giorno prima: avevo le mappe, ma quando sono uscita dallo Skytrain non le ho guardate perché sapevo dove andare e fino a poco prima non ci avrei scommesso nulla.

Quella memoria mi ha guidata a casa.

Si veste di un odore particolare (e a Bangkok ha solo l’imbarazzo della scelta, diciamolo), si veste da un pezzo di marciapiedi che ricordavi proprio così e così è rimasto. Si veste di un sapore conosciuto, ti sfonda un timpano.

bangkok chinatown

Quando ti fa compagnia, più che camminare nello spazio cammini nel tempo, perché ti riapre dei pezzi di vita che sembravano archiviati dentro a quella quotidianità che tende ad ovattare un po’ tutto. Lei però non si arrende mai, e si prende cura di questi frammenti come se fossero figli suoi, è la sua natura.
Poi li restituisce quando è il momento giusto, quasi sempre all’improvviso.

Forse non mi innamoro facilmente perché per farlo ho bisogno di sentirmi sfidata, ho bisogno di sapere che chi sta dall’altra parte, se soltanto lo vuole, è in grado di mettermi in difficoltà: è un gioco che mi piace da sempre e non è facile trovare qualcuno che si diverta a giocare.

Bangkok si diverte da pazzi e finora non ho trovato giocatrice migliore.

Non sono tipo da “cartolina”, da immagine patinata passata magari sotto le grinfie di un qualche Photshop: mi colpisce e non lo nego, ma poi mi stufa subito, è piatta.

Monaci al Wat Saket, Bangkok

Bangkok invece è una città senza filtri, dove le cartoline che vendono al 7Eleven sono a tre dimensioni, tutte da costruirsi: vorrà pur dire qualcosa, no?
O la ami o la odi, non ci sono alternative, e al secondo incontro posso dire di sapere con certezza da che parte ho scelto di stare.

Arrivederci Bangkok, non ho altro modo per salutarti: non ti si può stare lontano a lungo, lo sai, e mannaggia a me, mi piace troppo giocare.

9 pensieri riguardo “Arrivederci Bangkok”

  1. Cabiria ti sto seguendo ogni giorno, sono una innamorata cronica della Thailandia e il tuo viaggio è splendido, ricco.
    In questo post su Bangkok mi ci sono trovata, è successo anche a me la seconda volta che ci sono tornata.. Mappe, cartine… E alla fine era sempre “Lei”, accogliente a modo suo e la stessa..
    Un abbraccio!

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  2. Ciao Cabiria, questa volta ancora meno parole:
    Sempre molto in sintonia con te, amo molto Bangkok….ma sei sicura che questa volta non contino piu’ dei luoghi, le persone ?……ed anche di questo dobbiamo parlare, prendi nota che io me ne dimentico.
    Ai prossimi “amori”( e piu’ ce ne sono, meglio e’)…….

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    1. Direi che in questo caso….un buon 90% lo hanno fatto le persone, sì!
      Segnato anche questo, credo che dovrò rimanere a Firenze almeno una settimana per parlare di tutto 🙂

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