Fener strada Cabiria Magni Istanbul

Istanbul: un viaggio nei quartieri occidentali

L’Istanbul che mi è piaciuta di più è quella dei cosiddetti “quartieri occidentali”, quella che corre accanto al Corno d’Oro, lato Sultanahmet.

Forse mi è piaciuta così tanto perchè non l’ho letta da nessuna parte, l’ho semplicemente ascoltata: il giorno in cui l’ho scoperta, sono partita dalla Piccola Sirte per salire fino a Fatih, poi mi sono spostata nel Fener e da lì sono finita a Balat, ed è proprio questo il percorso che ora mi piacerebbe ripercorrere insieme a voi.

Piccola Sirte
Istanbul Piccola Sirte Cabiria Magni
Un bicchiere di chai sotto l’acquedotto di Valente

La Piccola Sirte, il quartiere curdo di Istanbul, è lì ad aspettare poco oltre gli archi dell’acquedotto di Valente: ci si può arrivare in autobus partendo da Eminonu, alla fine del ponte di Galata.
Il mio giro è iniziato con un buon chai: proprio sotto gli archi, infatti, ci sono i tavolini di un bar, dove per una lira turca si può bere un bicchiere di the e immergersi subito nei ritmi del quartiere.
Questa zona deve il suo nome alla città di Sirte, in Anatolia, luogo dal quale proviene la maggior parte delle famiglie che ci abitano: venire qui è come fare un viaggio nel viaggio, non è difficile infatti notare abitudini completamente differenti rispetto a quelle che si trovano nel resto della città (a partire dalla cucina, per esempio).
Chi sceglie di fare un giro nella Piccola Sirte non deve aspettarsi di vedere niente di monumentale, né di troppo maestoso: questo quartiere è bello per chi ama sbirciare tra negozi e bancarelle, alla ricerca di qualche attimo che parli della vita di tutti i giorni, tra i bazar colorati e gli immancabili carretti pieni di melograni tutti da schiacciare.

Fatih
Istanbul Fatih Cabiria Magni
Godersi il panorama dal quinto colle

Ho lasciato la Piccola Sirte per salire al quarto colle, dove mi aspettava la moschea di Fatih, ma che questa è la mia moschea preferita non lo dico più (ops).
Il quartiere lì attorno, che porta lo stesso nome, è un guazzabuglio di negozi, bancarelle e ristoranti: mi avevano detto che questa zona è diventata un po’ il centro gastronomico della città, e in effetti a posteriori posso dire che non hanno esagerato! La consiglio a chiunque voglia comprarsi qualcosa da portare a casa, perché i prezzi sono molto più bassi di quelli dei bazar più conosciuti (che tra l’altro vengono a rifornirsi proprio qui).
Ma Fatih vuol dire anche moschea di Selim, in cima al quinto colle; Selim era il padre di Fatih il Conquistatore, quindi non c’è da stupirsi che la sua tomba si trovi in uno dei punti panoramici più belli della città: salire per credere!

Fener
Istanbul Fener Patriarcato ortodosso Cabiria Magni
Fener, interno della chiesa di San Giorgio

Dopo Fatih mi sono spostata al Fener, il quartiere greco: qui di greci ormai ne sono rimasti ben pochi, quello che invece c’è ancora è il Patriarcato Ortodosso (se qualcuno segue e se lo sta chiedendo, sì, ci è appena stato in visita Papa Francesco).
Fino al 1600 il Patriarca aveva come sede niente meno che Santa Sofia, ma fu costretto ad abbandonarla per rifugiarsi dove si trova ancora oggi, nella chiesa di San Giorgio, tuttora meta di tantissimi pellegrini ortodossi: è come San Pietro per i cattolici, e se penso al paragone mi vengono un po’ i brividi, perché davvero pare una chiesetta di paese, anche se parecchio decorata.
Quando sono arrivata qui, ho avuto la fortuna di incappare in un matrimonio: immaginatevi una serie di invitati elegantissimi che si mescolano ad un gruppo di scappati di casa, in giro con lo zaino in spalla e, nel mio caso, con dei pantaloni thailandesi addosso (pronta per un cazziatone da Anna Wintour, insomma)!
Non sono nuova a queste situazioni, è che la parte della scappata di casa tocca sempre a me: capiterà prima o poi di trovarsi dall’altro lato della barricata?

Balat
Istanbul Balat Cabiria Magni
Le strade di Balat

Lasciate le vie strette e colorate del Fener, mi sono spostata a Balat. A differenza del quartiere greco, che anticamente era ricco e i segni di quel passato glorioso si lasciano intravedere ancora oggi, quello di Balat è sempre stato un quartiere di fascia media. Inizialmente costruito in legno, fu devastato da un incendio nel 1906 e rimesso in piedi l’anno successivo, grazie ad una forma ante litteram di edilizia popolare sostenuta dalla comunità ebraica: Balat in origine era infatti il quartiere ebraico della città, oggi invece gli ebrei si sono spostati altrove, lasciando il loro posto a zingari e musicisti.

Da Balat sono poi salita fino alla chiesa di San Salvatore in Chora, famosissima per i mosaici, che a detta di molti fanno a gara anche con quelli di Santa Sofia, ma posso fare una considerazione del tutto personale – non che finora abbia fatto altro? A me questa chiesa non ha fatto impazzire, sinceramente non ci tornerei.
Se voi invece siete appassionati del genere, allora non rinunciateci.

Chora mosaici Istanbul Cabiria Magni
San Salvatore in Chora, mosaici

La giornata è finita in crescendo, non solo in senso figurato: mi sono arrampicata sul punto più alto della città, in corrispondenza delle Mura Teodosiane.
L’ultimo pezzo, quello che separa dalla cima, è solo per gente che non soffre di vertigini o che comunque ci crede a quel che sta facendo (o eventualmente che soffre di vertigini, ma ama soffrire): fa un tantino impressione, io lo dico, ma se non ci si lascia influenzare e si sale fino alla torretta…beh, provate ad immaginarvi una metropoli di diciassette milioni di abitanti ai vostri piedi, col vento che vi soffia forte nelle orecchie e che disegna il cielo di nuvole, mentre le moschee e i grattacieli si contendono il profilo della città.

Istanbul mura teodosiane Cabiria Magni
Raffaele in versione free climber, sulle Mura Teodosiane

Vale bene un po’ di strizza, no?

15 pensieri riguardo “Istanbul: un viaggio nei quartieri occidentali”

  1. Torno su questo post così per caso dopo essere andata ad Istanbul e mi accorgo che alcune foto che hai fatto (i signori che bevono il chai e la donna che ammira il panorama da Fatih) sono più o meno le stesse che ho fatto io… alcune le ho postate su instagram
    incredibile, abbiamo lo stesso occhio ^_^

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  2. Sono leggermente indaffarata in questo periodo è posso leggerti meno ma questo non me lo potevo perdere. Lo sai come la penso sulla vera Istanbul e sono convinta che ritornandoci ci saranno altri angoli affascinanti da scoprire…. Già detto, ci torniamo insieme?

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  3. Ma che bella questa parte nascosta di Istanbul…non la conoscevo! Ci sono stata qualche anno fa per un paio di giorni e ho visto sono le cose più famose…urge quindi ritornarci per vedere questi quartieri così particolari 😉

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  4. Aspetta aspetta: ho letto chai? 🙂 Se un tour inizia così non può che proseguire ottimamente. Mi piacciono i percorsi meno battuti e più autentici. Devo segnarmi tutto per quando riuscirò a vedere Istanbul. Continuo a rimandare (stupidamente forse) perchè vorrei vedere anche la Cappadocia. Sognavo un viaggio unico di una settimana-dieci giorni. 🙂

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    1. Beh, quello è un bel viaggio, e se hai intenzione di farlo fai bene ad aspettare!
      Anche io stavo aspettando, poi ho trovato una super offerta e ho detto, ok, è destino, poi ci ritornerò 😉

      La penso come te: un inizio col chai è già un buon augurio!! E poi quei quartieri…da perdercisi per un giorno intero, anche solo per camminare accanto alla gente e sedersi su qualche panchina.

      Una Istanbul lenta, completamente diversa da quella più conosciuta, consigliatissima 🙂

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  5. Istanbul mi chiama a gran voce… non puoi farmi aggiungere altre mete così ad ogni post! 😀
    Dai, il 2015 è la volta buona, me lo sento! Ho voglia soprattutto di questi giri qui, un po’ fuori dall’usuale.
    Un abbraccio!

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    1. Dai, il 2015 è l’anno di Istanbul!
      E’ bellissima, non potrà non piacerti, soprattutto queste zone, garantito 🙂
      E poi non è neanche troppo lontana, un bel week end lungo e si va! [io intanto continuo a stuzzicare, eh!]

      Un abbraccio a te!

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  6. Ciao Cabiria 🙂
    Splendido post!
    Istanbul mi era piaciuta tantissimo e vorrei tanto tornarci a maggior ragione ora che ho scoperto di essermi persa tutte queste meraviglie descritte nel tuo post!!!

    Un bacio, Danila

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