La Felicità al potere - Mujica Libro Cabiria Magni

La Felicità al potere

“La vita è un paesaggio straordinario, ma bisogna vederlo. E per questo bisogna avere tempo.” [cit.]

Ci sono discorsi che si fanno tra sé e sé migliaia di volte, parole che entrano, fanno il solletico e poi scappano via.
Ci sono discorsi che si ascoltano dagli altri dicendo “hai ragione”, poi tanto non cambia niente.
Ci sono momenti in cui invece cambia tutto, senza un perché.

La Felicità al potere - Mujica Libro Cabiria Magni

Ho appena finito uno di quei libri pericolosi, quelli che possono lasciare un segno: il titolo lo vedete qui sopra, l’ho preso in prestito per oggi.
Scrivendo, mi è per sbaglio scappata una F grande, ma l’ho lasciata: più che ad uno sbaglio mi è piaciuto pensare ad un segno.

La Felicità è quella cosa che cerchiamo tutti per una vita intera senza stancarci mai: in certi momenti la vediamo scappare via, ogni tanto l’afferriamo. In questo prendi e molla, l’errore che facciamo più spesso è quello di generalizzare, quando di regole invece non ce ne sono: la felicità non è uguale per tutti, e se cerchiamo quella che non fa per noi, allora non la troveremo.

Sempre più spesso leggo in rete inviti a rompere le regole e a liberarsi degli schemi, magari mollando tutto e andando via: sono tante le persone che ci tentano, molte altre stanno a guardare e si tormentano nel dubbio, ma alla fine quante di quelle che hanno fatto il passo sono davvero felici?
Le storie che si raccontano sono quelle di chi ce l’ha fatta, ma io mi chiedo: è mai possibile che ce la facciano tutti? E’ così facile?
Fuori dal meraviglioso mondo della rete sembrerebbe di no.

Si può partire per un’avventura in solitaria e sentirsi fuori posto, piuttosto che dei gran fighi (mai capitato anche solo durante un viaggio? A me sì, e dire che sapevo che sarei tornata), esattamente come succede a quello che magari esce di casa tutte le mattine alle 7, e si ripete che quella non è vita: la frustrazione è la stessa.
Dov’è che sbagliamo?

Non ci piace far fatica.

Abbiamo fatto l’abitudine alle soluzioni pronte, così aspettiamo che qualcuno ci dica cosa dobbiamo fare, e ci mettiamo ad inseguire il suo di ideale, che magari con noi non c’azzecca nulla, e intanto il tempo passa.

Messa così pare grigia, ma per come la vedo io non siamo condannati all’infelicità, siamo solo condannati a guardarci dentro, e magari ad accorgerci che la felicità sta a portata di mano e noi non la vediamo, impegnati sempre a cercare altrove.

“Ma la vita è una cosa ben strana e quello che sembra irraggiungibile può diventare reale, così come, al contrario, le cose più ordinarie ci sfuggono spesso dalle mani.”

Il problema vero quindi è che trascuriamo il “dentro”, perché è quello che fa più paura: è più facile passare del tempo ad ascoltare uno sconosciuto, piuttosto che farlo con noi stessi, o con qualcuno che ci conosce sul serio.

Quindi è vero che è un periodo difficile, con tanta gente che si lamenta, ma prima di dare la colpa a qualcun altro pensiamo a noi, e proviamo a fare una cosa molto banale: almeno una volta al giorno, magari la sera prima di dormire, chiediamoci che cosa abbiamo fatto di concreto per essere felici nelle ultime ventiquattr’ore.
Basta una corsa di pochi chilometri, una chiacchiera dentro a un pub, un figlio da mettere a letto, ma dev’essere qualcosa di reale.
Se non ci viene in mente niente, la colpa non è del mondo che fa schifo.

Più passa il tempo, più mi convinco che per essere felici davvero basta fare una cosa soltanto, ma farla bene: mi commuovono le persone che mettono l’anima in ciò che fanno, che sia riparare una bicicletta o vendere assicurazioni per telefono.

Il segreto della felicità secondo me è quello lì, e loro lo hanno trovato: forse dobbiamo solo capire qual è quella cosa per noi, che a pensarci bene è la ricerca di una vita intera, perché vuol dire capire chi siamo davvero, o chi vogliamo diventare.

Ma questo, benchè tante volte possa sembrare il contrario, non ce lo può dire proprio nessuno.

“L’unica cosa che non si compra sulla terra è la vita, dunque: sii avaro nel modo in cui la spendi!”

[Tutti i passaggi in corsivo sono tratti dal libro “La felicità al potere”, di José “Pepe” Mujica, a cura di Cristina Guarnieri e Massimo Sgroi]

28 pensieri riguardo “La Felicità al potere”

  1. Ovunque poso lo sguardo trovo la parola Felicità! Un gran indizio. Grazie Cabi per le tue parole, come sempre profonde. Mi hai fatto iniziare con un sorriso. Che gran ricerca siamo qui a fare! Respiriamo energia e trasformiamola in felicità.

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  2. La felicità è provare ad essere sè stessi, a farlo davvero, anche se vuol dire che te ne stai a casa ad attaccare francobolli su un quaderno. Perchè è quello che scegli di fare. E io spero che la tua felicità sia anche scrivere… Perchè finchè lo fai così rendi felici anche noi 🙂 un abbraccio

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  3. Mentre leggo le tue parole sulla felicità , in tv c’è una donna che balla ma lei la musica non la può sentire perché sorda, giusto per rimanere in tema di persone che commuovono quando mettono l’anima in ciò che fanno.
    Credo che parlare di felicità non sia semplice, è una parola così “fragile”, anche se tu hai dato la tua versione e l’hai fatto benissimo, io invece non sono così brava con le parole, ma guardo lei con occhi tristi e penso che la vita gli ha giocato un brutto scherzo e avrebbe tutto il diritto di essere arrabbiata, ma lei balla ed è felice, come se quello che sta facendo in questo momento è esattamente quello per cui vale la pena vivere.
    Magari nella vita essere felici di quello che si ha o si è non è per forza accontentarsi.

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    1. Anche secondo me non è solo accontentarsi, bisogna provarci sempre, anche se col giusto animo, altrimenti più che felicità diventa rassegnazione.
      Quella signora di cui parli secondo me l’ha capito come si fa 😊

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  4. Che dire, mi hai spiazzato.
    Bel post, non c’è nemmeno bisogno di scriverlo! 🙂
    Bisogna guardarsi dentro.
    Sai, mi viene da ridere quando penso al tipico piano B, quello del baretto sulla spiaggia. Diciamo la verità, chi non ci ha mai pensato? 😀
    Ma saremmo davvero felici così? E’ davvero felice chi va via? Chi rompe gli schemi? Forse sì, ma senza generalizzazioni. La vita è fatta di momenti tristi e momenti felici e questo vale per tutti. Ovunque e chiunque siamo.
    E’ che ci sono dei preconcetti di felicità che ci portiamo dietro per sempre, che facciamo fatica a scrollarci di dosso per modellare la felicità su noi stessi.
    ( Ok, credo di aver divagato abbastanza! )

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    1. Non hai divagato, anzi, grazie per aver scritto!
      Al baretto prima o poi ci pensiamo tutti, inutile negarlo, pure io l’ho fatto, stranamente mi immaginavo dentro a un warung balinese…ma poi mi sono chiesta: “sei convinta che se vai là inseguendo quel tipo di ideale (quello standard insomma) poi sarai davvero felice?”
      Non credo, anzi, temo che mi verrebbe a noia pure la spiaggia, alla fine (hai presente grigliare satay tutto il giorno??).
      Se invece decidiamo di fare quel passo, come tutti gli altri passi del resto, con le idee un po’ più chiare su noi stessi…beh, allora è tutta un’altra storia 🙂
      Ok, la smetto, mi sa che ho scritto più di te!
      Tanto la pensiamo allo stesso modo ❤

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  5. Ciao Cabiria.
    Io, che in rete mi diverto a scrivere ciò che mi gira per la testa (ne scriverei di più avessi il tempo e se non mi fermassero tutte le pippe legate al Rispetto, alle Paure etc. etc. etc.) senza un tema specifico, ma usando il blog per quello che dovrebbe essere, e cioè un diario personale aperto al pubblico ludibrio, spesso twitto o posto dei #felicitàè…
    Assodato che ciò che scrivi lo sottoscrivo e condivido, io credo di esserci arrivato attraverso la sofferenza, che porta consapevolezza e saggezza, e la conoscenza, che porta consapevolezza e saggezza.
    Ben venga il mito “Pepe” (ce ne fossero), ma la felicità è certo che la possiamo solo cercare dentro di noi.
    Basta non fare come gli adepti di QUELO, (per cui la seconda è sbaiata… Corrado Guzzanti mito assoluto!) o del santone di turno, per cui si cerca di ottenere ciò che solo noi possiamo donarci demandando ad “altro” lo sforzo di dover prendere di petto la vita.
    Che, volenti o nolenti, è la cosa più stramegafiga dell’universo.
    Che non esisterebbe senza di te, pur essendo un insignificantre pulviscolo del suddetto cosmo.
    Sii felice, Amica mia…

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    1. Che bellezza Ernesto! D’accordissimo con te 🙂
      Sta sempre e solo a noi, ciascuno col suo metodo e con la sua strada: nel bene e nel male siamo unici, ma questa fortuna ce la dimentichiamo spesso.
      Un abbraccio!

      p.s. mi vedi d’accordo anche sull’uso del blog: questo dovrebbe essere di viaggi, ma come vedi ci metto quello che mi pare, altrimenti che diario sarebbe! (mai avuto un diario in ordine, non so tu!)

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      1. Io avevo risposto qualcosa, ma wordpress non me lo accettava.
        Lo avevo diligentemente copiato col tasto destro, ma non mi sono accorto di aver copiato subito dopo altro, per cui…
        In sintesi, dicevo che io non avevo diari, ma “robe” di infinita natura, dalla tovaglietta del vassoio della mensa ai fazzoletti di carta, ai ritagli, ai quadernetti agli appunti di viaggio ai taccuini fighetti.
        L’importante era che la superficie fosse scrivibile.
        Chissà che fine hanno fatto…
        Poi è arrivata l’illuminazione, ed ho cominciato a scrivere colla musica e poi colla luce.
        Ed ora, col tempo acquisito (mio malgrado…) grazie alla Gianoteca e grazie al blog ed a Facebook ho ricominciato…
        Anzi, sai che ti dico?
        Vado a scrivere di eclisse di sole che ho letto più strombolate in questi giorni che voi umani neanche immaginate…
        Sii felice…

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  6. Quanto è vero quello che hai scritto, il guardarci dentro è molto più complicato del guardare “superficialmente” gli altri e la loro felicità!
    Mi segno il libro 😉

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  7. amica mia, quanto hai ragione…..sei così saggia che mi vengono i dubbi sulla tua età effettiva. Perchè di solito si arriva alle tue conclusioni dopo aver camminato un bel po’ nel tempo… e non sempre.Comunque mi fa piacere che tu la pensi così e vorrei che qualche insoddisfatto (in cui m’imbatto anche io nei vari blog) imparasse ad addormentarsi la sera con meno illusioni e più valori, e sopratutto ” giuste incazzature “. Il libro non l’ho letto, ma provvederò quanto prima, il personaggio, invece, lo conosco, tanto che mi era venuta la voglia di andare a trovarlo in Uruguay…..

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    1. Susanna grazie ❤
      Il libro è molto bello, nella prima parte c'è la storia della sua vita (brividi) e nella seconda alcuni discorsi che ha tenuto, i più famosi.
      Ti dico solo una cosa: non ti azzardare ad andare in Uruguay senza di me! Davvero, non sto scherzando 🙂

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  8. Da poco ho letto un libro di una maestra di meditazione e mi ha suscitato le stesse reazioni. Parlava del modo in cui spesso si cade sempre negli stessi errori non riuscendo a schiodarsi da certi meccanismi e da come tutto ciò allontani la felicità o comunque la serenità. Uno dei meccanismi era appunto il lamento oppure l’evitare di guardarsi dentro profondamente per affrontare ciò che ci rende insoddisfatti. E’ come se spesso si aspettasse la soluzione da fuori, ma la verità è che se non si affrontano le domande all’interno della nostra mente, il problema rimane sempre e la soluzione, che solo noi possiamo trovare per essere sereni, viene rinviata di continuo. Interessante questo libro di cui parli e le citazioni che hai riportato 🙂 mi ha fatto un po’ pensare, di nuovo, a questi temi. Credo lo aggiungerò ai libri che vorrei leggere ^^

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    1. E’ verissimo quello che scrivi! Posso chiederti il titolo di quel libro? Così lo aggiungo anche io alla mia lista!
      Trovo che sia fin troppo facile cadere nelle abitudini, è tipico dell’essere umano, e letture di questo genere sono utilissime per mischiare di nuovo tutto, e ripartire di nuovo mettendosi in discussione 🙂

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