Monaci al Golden Mount, Bangkok. Tattoo, Thailandia

Perché i tatuaggi “devono” essere dispari?

Quando mi chiedono quanti tatuaggi ho e io rispondo che sono sei, tanti mi dicono “eh, ma sono pari!”
Poi però mica lo sanno il perchè i tatuaggi “devono” essere dispari.

Non lo sapevo neanche io, così sono andata a cercarmi la spiegazione: in genere in questi casi c’è sempre da fare belle scoperte.

La storia che sto per raccontare non è la verità assoluta: quando ci sono di mezzo le leggende metropolitane vale tutto, bisogna solo decidere a che cosa credere.
Ho scelto di credere ad un racconto che parla di marinai, e se siete già passati da queste parti sapete che alle metafore marinaresche sono abbastanza affezionata, quindi non ci ho messo molto a farmi convincere.

Pare che già un paio di secoli fa i marinai avessero l’abitudine di tatuarsi prima di partire per il loro primo viaggio (ecco, ci sono di mezzo anche i viaggi: questa versione doveva essere la mia, per forza): il tatuaggio era una specie di protezione da portarsi appresso contro tutte le avversità che avrebbero potuto incontrare nel corso della loro nuova vita, oltre che un simbolo dal quale trarre la forza per affrontarle.
Una specie di rito di passaggio, insomma, come funziona quasi sempre quando ci sono i tatuaggi di mezzo (a questo proposito, l’ho già linkato, ma lo faccio di nuovo: se vi appassiona lo studio dell’antropologia del tatuaggio andate sul sito di Lars Krutak, troverete tanti spunti!)

Ma torniamo alle favole dei marinai.

Una volta arrivato a destinazione, il nostro marinaio si faceva fare un secondo tatuaggio: era un modo per segnare un altro momento importante, quello del raggiungimento di un traguardo prefissato.
Il terzo tatuaggio infine veniva fatto per celebrare il ritorno a casa, dai propri affetti: rappresentava la conclusione di un intero percorso.

Quando me l’hanno raccontata, da brava guastafeste ho detto che nel caso di un numero pari di viaggi, anche il numero di tatuaggi alla fine sarebbe stato pari: se uno parte due volte, i tatuaggi sono sei, quindi la regola non vale più.
Mi hanno zittita dicendomi che il tatuaggio pre-partenza era da farsi solo prima del primo viaggio, e che, in occasione dei viaggi successivi, i tatuaggi sarebbero sempre stati due soltanto: quello da fare all’arrivo a destinazione, e successivamente quello da fare al ritorno a casa.
In effetti così non fa una piega, funziona: mettila come vuoi, se torni a casa i tatuaggi son sempre dispari.

Ecco.
Se quindi crediamo a questa storia, avere un numero pari di tatuaggi vuol dire non essere riusciti a tornare a casa: brutta cosa! Quindi porta male.

Porta male se siamo fiscali, se invece la prendiamo in senso più lato, non è per forza una tragedia, che so: quella del viaggio (via mare, ma non solo) è una metafora di vita più che sfruttata, e se per essere originali decidiamo di sfruttarla anche qui, allora possiamo pensare che magari uno non è tornato “a casa” semplicemente perché il suo percorso non si è concluso, perché non è ancora il momento.
Magari è in viaggio alla ricerca di qualcosa che non ha ancora trovato.

Per buttarla ancora su di me, dicevo che i miei tatuaggi sono sei: l’anno scorso ho anche pensato di farmi il settimo, ma poi ho deciso di aspettare e me la sono spiegata proprio così, col fatto che probabilmente non era ancora tempo, e io a questa cosa del tempo ci credo eccome.
Se state pensando che sono matta, probabilmente fate bene.

La notizia è che adesso ho deciso di rimettere mano a quella bozza che ho chiuso nel cassetto la scorsa estate: se tra qualche mese arrivano aggiornamenti strani da Bangkok, sapete perchè!

Questa la storia che ho trovato io, e che mi ha convinta di più; voi ne avete sentite altre? Adesso sono curiosa!

15 pensieri riguardo “Perché i tatuaggi “devono” essere dispari?”

  1. Mi piace questa storia sui tatuaggi dispari!
    Al momento ne ho solo uno e medito sul secondo da tempo quindi a breve li avrò anche io pari… Mi piace pensare che in questo modo aprirò un ciclo che prima o poi andrà chiuso con il terzo 🙂

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  2. …aggiungo che pare sia partito tutto dai marinai Vichinghi questa cosa… e se chiedi a Kevin ti risponde che non è una leggenda ma la semplice verità 🙂

    Se poi quel tatuaggio semiporno lo rielabori sono sicuro Van lo realizzerà fantasticamente… e noi ti accompagnamo lo sai!

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  3. Bene: oggi ho imparato qualcosa di nuovo.
    Male: sono diventata una piccola marinaia (sto sei mesi a bordo e due a casa) e non ho fatto il (mio primo) tatuaggio prima del mio primo viaggio. Stavo pensando di farne uno in questi mesi di sbarco, ma ormai ho mandato all’aria la tradizione….

    Articolo molto carino 🙂 come ti ho scritto su Facebook, sono proprio gli articoli come questo che mi attirano di più. W le curiosità e gli aneddoti interessanti!

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