Scorci di Larnaka, il quartiere delle ceramiche. Cabiria Magni, Cipro

Ma Cipro com’era?

È più di un mese che non mi faccio viva da queste parti e il rientro da un viaggio, seppur breve, è un’ottima scusa per rompere il silenzio: sono appena tornata da Cipro, probabilmente chi segue la mia pagina Facebook ha già visto qualche foto.

Cipro, teatro di Kourion. Cabiria Magni
Cipro, teatro di Kourion

Quando torni da un viaggio, la domanda per eccellenza è “allora com’era”?

La risposta ho dovuto cercarla un po’, non è arrivata subito. L’avevo già scritto da queste parti e se fossi una brava blogger a questo punto infilerei il link perfetto, ma fa niente: non sono una che si innamora molto spesso, e con Cipro non è scattata la scintilla.

I postacci sono altri, su questo non si discute, ma la risposta più sincera alla domanda per eccellenza per me alla fine è una: “carina, ma non è il primo posto che consiglierei per una vacanza”.
Partiamo con questa premessa quindi, Cipro mi è piaciuta così così.

È stato un viaggio che mi ha fatto capire ancora una volta quanto il background di partenza faccia sempre una bella differenza: col mio fidanzato viviamo questa cosa quotidianamente anche a casa, senza bisogno di partire, e devo dire che non ci si annoia. Metti una lecchese e un barese sotto lo stesso tetto e ne vedrai delle belle, a partire da quando vai a fare la spesa: uno chiede i cornetti pensando alla colazione del giorno dopo e l’altra di tutta risposta se ne arriva senza batter ciglio con un sacchetto di fagiolini. Regola numero uno: se vuoi far colazione in Lombardia chiedi una brioche, al massimo osa un krapfen, ma non ti avventurare oltre. I cornetti lasciali nell’orto.
E in questo caso c’è solo uno stivale di mezzo, mi immagino quando ci sono nazioni diverse, se non interi continenti.

Ma andiamo avanti che altrimenti mi perdo, perchè di siparietti del genere ne potrei raccontare a decine.

Cipro, Nicosia, Cabiria Magni
Passeggiare per Nicosia, con la testa all’insù

Sono atterrata in una sera caldissima e mi sono ritrovata a cena in una taverna ben oltre le 22, per strada. La via era un guazzabuglio di tavoli e avventori, di alberi di limoni e di mandarini, le tovaglie sfoggiavano la loro divisa a quadretti bianchi e blu e l’hummus scorreva a fiumi.
Per me era il paradiso, per Raffaele invece – hummus a parte – poco più che la normalità: a Bari lo street food è uno stile di vita, la “pizza al cofano” un attestato di stima; se in Brianza mangi sul cofano dopo i diciotto anni passi per disadattato, prima invece un cofano te lo puoi solo sognare, quindi capite il disagio.
Cipro in quel momento per me è stata meraviglia vera, e probabilmente per questo devo ringraziare anche la mia gioventù senza cofano.

Ma Cipro è stata bellissima anche negli atti di gentilezza gratuiti di tanti ciprioti, che si sono rivelati di un’ospitalità a dir poco commovente.
Il vecchino dell’hotel di Larnaka, che quella famosa prima sera ha insistito per darci una mappa perchè non ci perdessimo sulla via del ritorno (perdersi a Larnaka è un po’ come perdersi a Cernusco Lombardone, ma l’abbiamo considerato un eccesso di apprensione e non una mancanza di fiducia); alla mappa ha aggiunto un biglietto dell’hotel, da mostrare a qualche anima pia in caso di sciagura.

Scorci di Larnaka, il quartiere delle ceramiche. Cabiria Magni, Cipro
Scorci di Larnaka, il quartiere delle ceramiche

Sono strani questi ciprioti, che in più di un’occasione si sono rivolti a Raffaele nella loro lingua, salvo virare sull’inglese di fronte ai nostri sguardi smarriti, giustificandosi con un candido “sembrava greco, ha la barba”. Eh.
Ragazze che state leggendo, delle due l’una: se avete un fidanzato con la barba o gliela fate tagliare prima di partire, o potrebbe essere un’idea quella di imparare qualche rudimento della lingua, io la butto lì.
È successo all’autonoleggio, prima che ci affibbiassero una macchina ribattezzata “il cremino” in onore alle tonalità vintage sfoggiate con un certo orgoglio, è successo al ristorante, è successo per strada quando ci hanno propinato a tradimento uno shot di Zivania che all’inizio va anche giù bene, ma che poi con 35 gradi si fa sentire. E’ successo in spiaggia, dove il costo di un lettino è di quelli che possono ancora far commuovere.

Ci siamo fatti grandi risate a Cipro, oltre che grandi mangiate: i ciprioti hanno qualche problema con le porzioni, quindi se potete andateci piano, almeno voi.

Ecco il bello del viaggio, secondo me. Sta in un gesto, in una risata, in una grappa da bere sotto il sole, tutta d’un fiato. Se mi chiedete il flash di un luogo particolare invece, viuzza della prima sera a parte, non ve lo saprei dire: siamo stati a Paphos a vedere le tombe dei re e i mosaici, sulla spiaggia dove il mito vuole sia nata Afrodite, a Limissos per il sito del Kourion e siamo stati a Nicosia, dove al check point tra zona turca e zona greca siamo stati scavalcati da uno sfortunato smazzatore di banconote false, che con le manette ai polsi si è guadagnato la corsia preferenziale. Siamo arrivati fino alle grotte di Capo Greco e alla fine ci siamo rilassati sulla spiaggia di Thekla, circondati da colori semplicemente da sogno.

Paphos, le tombe dei re. Tomba numero 3. Cipro, Cabiria Magni
Paphos, le tombe dei re. Tomba numero 3

Adesso dirò una cosa impopolare, e su questa con Raffaele siamo assolutamente d’accordo perché se è vero che più di 1000km separano le nostre origini, è anche vero che il Paese dal quale proveniamo alla fine è lo stesso: siamo italiani, e purtroppo abbiamo sviluppato una certa abitudine al bello. Non che sia un bene, intendiamoci, alla bellezza non ci si dovrebbe abituare mai.
Non dico che i siti che abbiamo visto a Cipro siano da etichettare senza possibilità d’appello come “becere accozzaglie di sassi”, dico solo che chi ha camminato almeno una volta tra i Fori Imperiali, per fare uno dei tanti esempi, non spalanca la bocca per lo stupore così facilmente.
Forse per apprezzare certi posti bisogna essere appassionati veri, e magari prendersi una guida, allora tutto assume un altro senso.

Questa sono io, alle tombe dei re di Paphos (foto di Raffaele). Cipro
Questa sono io, alle tombe dei re di Paphos (foto di Raffaele)

Altrimenti il senso è in quelle parole in greco che non si capiscono, nel profumo dei limoni mentre si sta seduti a cena, in una Zivania offerta per strada solo perché sei italiano, e l’anno scorso in vacanza a San Remo è andata da dio.
O perchè no, in una macchina color cremino che potresti lasciare anche aperta, perché tanto non se la ruba nessuno.

Se il senso è questo, allora non è per tutti, proprio come certi luoghi.
Ed è bellissimo così.

26 pensieri riguardo “Ma Cipro com’era?”

  1. Ciao Cabiria, io mi trovo a Cipro da 3 mesi e mi sento in dovere di complimentarmi con te. Anche con solo una breve vacanza hai capito lo spirito di Cipro. Decisamente non è un luogo che ti lascia a bocca aperta per la sua bellezza, ma te ne innamori per le piccole cose, che impari ad apprezzare col tempo. Scriverò un articolo sulla mia esperienza qua, perché ci tengo a spiegare il fascino nascosto di questo luogo. Ciao!!!

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  2. Ciao Cabiria, ti leggo da poco e mi piace un sacco come fai scorrere i tuoi pensieri sulla pagina.
    Sono stata a Cipro per lavoro ed anche a me non ha lasciato nulla. Al contrario di te, io sono una che si lascia entusiasmare per poco. Ok, girare per lavoro è cosa diversa, ho visto quasi nulla, solo Nicosia e Larnaca, quindi non posso permettermi troppi giudizi.
    Ma i colpi di fulmine sono ben altri e li si riconoscono da subito.
    Diciamo che non ci tornerei di mia spontanea volontà.
    Un abbraccio!

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    1. Ciao Elena, grazie 🙂
      Sono d’accordo con te, viaggiare per lavoro è tutta un’altra storia, ma un’idea ce la si fa comunque. Sai che io sono curiosa di vedere i Monti Troodos? Ho come l’idea che quella parte possa riservare sorprese, ma è una mia sensazione, chissà!

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  3. Beh, che dire. Ci sono posti che ti fanno innamorare, e altri meno (e poi certo, ci sono quelli che ci fanno proprio schifo… ma non consideriamoli perchè non è questo il caso!!!). Credo valga la pena vederli tutti. O tentare, almeno.
    Ricorderò per sempre le parole di mia mamma al ritorno da un week end a Praga in cui, una guida locale estasiata, ha presentato le opere della collezione del Castello come un “The best of…”. Mia mamma commentò con un “…se hanno solo questi quadri, capisco l’entusiasmo”.
    Non sono campanilistica, nè patriottica. E non sono mai stata a Cipro. Ma magari, avendo un patrimonio più limitato di beni culturali, ne vanno più orgogliosi di noi e dei nostri siti storici.
    Chissà.
    Splendide fotografie, come al solito!!!

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  4. Cabiria,
    Devo dire che il tuo post non mi stupisce affatto. Sono passata anch’io dall’euforia della prima serata ad un certo languorino post viaggio che è andato in crescendo fino ad arrivare a casa e vedermi – pure io – a risponder, spesso, “così così”.
    Sai della mia passione per la Grecia, e forse è anche stata colpa mia; è forse stata una Grecia mancata? Temo di sì, ed è sempre colpa mia. Sta di fatto che anche a me è costato parlarne oppure scrivere sull’isola (ho scarabocchiato un post su personali ricordi storici degli scontri fra Nord e Sud, ma non di certo un articolo da blog in stile “10 motivi per cui vale la pena di visitare Cipro”. Non lo so. Non so se tornerei… forse sì, ma con un livello di “attesa” minore, magari capita che Cipro mi sorprenda.

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    1. Non mi è costato scrivere questo post, anzi, l’ho fatto con gioia, mi ci sono divertita, perché rispecchia esattamente quello che ho vissuto, ed è stato un modo per farci una risata ancora.
      Cipro mi sarà anche piaciuta così così, ma ci tornerei, anche solo per bere ancora quella Zivania.
      Articoli sui “10 motivi”, invece, da queste parti non se ne vedranno, nemmeno per i posti cosiddetti “del cuore” e il motivo è lo stesso: io non sono così (quelli sì che mi costerebbe scriverli, e infatti non lo faccio). Non lo dico con nessuna connotazione, è semplicemente una constatazione 🙂
      Non ho capito invece la parte sulla colpa: colpa tua per cosa?

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      1. Parlavo del mio viaggio, del mio “così, così..” non del tuo. Beh, dai, ho voluto dire tutt’altro, si vede che non ho una giornata eloquente 😦

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  5. Questa volta arrivo abbastanza in tempo per commentare, infatti ho il fiatone.
    Come ti dicevo io sono stato a Cipro due anni e devo dire che non mi era dispiaciuta affatto. Ho fatto più o meno tutte le cose che hai descritto, meno la pizza al cofano, ma di alcoolici sul lettino che costa 2,50 euro al giorno ne ho tirati giù parecchi.
    E comunque condivido il pensiero finale …
    In tutto questo, ora che tengo famiglia sto prendendo in considerazione l’idea di tornare a vedere la parte turca. Ma prima, quasi quasi me ne vado a Bali … non so perché, ma da un paio di giorni mi gira in testo questo nome. Deve essere colpa di un e-book scritto da una blogger che seguo, vai a sapere tu …

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    1. Ma chi è che ti mette in testa strane idee? 😉
      Il lettino costa ancora uguale, proprio vero che certe cose non cambiano!
      Anche a me è rimasta una certa curiosità per la parte turca, bisognerebbe scoprirla, effettivamente sembra essere un altro mondo 🙂

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  6. Bello questo tuo punto di vista. Qualche giorno fa scrivevo di Malta, lo facevo in treno e quando sono arrivata a destinazione mi sono scocciata per il fatto di non potere finire un articolo che mi stava prendendo tanto. Quando scrivo, sento come se riuscissi a sfiorare dei concetti, a toccarli proprio, mi prendo bene. Però poi mi viene da pensare che forse ci sto mettendo troppo entusiasmo e che se trovo il bello in tutto poi la gente non mi crederà più.
    Poi riflettendo mi sono detta, ma sti cazzi, non mi interessa… Io sono così, un’entusiasta cronica (con qualche eccezione dovuta al mio pessimo carattere) e forse è la gente che deve capire che quello che sta leggendo l’ho creato io. Il viaggio è un’esperienza, non un luogo bello o brutto. È espressione del proprio carattere, di come uno si approccia alla vita. Per questo tuo post ti ringrazio perché comunque sei riuscita nell’intento, mi hai incuriosita. Voglio andare a Cipro! 🙂

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    1. Ne so qualcosa di post interrotti sui treni 😉
      Dici benissimo, il viaggio è un’esperienza, e come tale unica e irripetibile, anche dalla stessa persona, e questa cosa va sottolineata sempre.
      A questo punto voglio sentire la tua su Cipro! 🙂

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  7. Ciao Cabiria.
    Aspettavo proprio il tuo giudizio su Cipro…
    Secondo me, il problema di noi occidentali è la perdita repentina del senso di stupore, sicuramente dovuto al fatto di vivere in Italia ed anche per il concetto e la cultura eurocentrica con cui ci educano.
    A parole è facile consigliare di viaggiare con gli occhi di bambino: una cosa è il dire, altro il fare…
    Ho imparato, con gli anni, ad apprezzare le piccole, infinitesime cose che secondo dopo secondo viviamo.
    Penso, anzi ne sono sicuro, che capiterà anche a te.
    C’è poi da mettere anche in conto il fatto che non per forza tutto ci deve piacere, sicchè…

    Salutami il conterrone Raffaele!

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    1. Capisco quello che dici, anche io col passare del tempo mi accorgo che apprezzo cose diverse, sempre più piccole, sempre più preziose.
      Il ridurre (il togliere, in senso lato) alla fine è un percorso di crescita, no? Ben venga che ci si arrivi col tempo, o che forse non ci si arrivi mai del tutto 🙂

      Diffido comunque da chi dice sempre che è tutto bello, e sbandiera facili entusiasmi: la vedo come una forzatura, tra l’altro fine a se stessa 🙂

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  8. Questo lo stavo aspettando perché un uccellino (con la barba) un paio di giorni fa mi ha detto di leggerti e di valutare Cipro con la family. Condivido tutto, ma proprio tuttissimo. Del resto non è una novità. A parte il fatto che ho provato a perdermi a Cernusco, ma questa è un’altra storia. Siamo assuefatti dal bello, l’abbiamo ovunque. Per rimanere a bocca aperta ci vuole parecchio. Forse è anche per questo che ultimamente sto trascurando città e paesi per buttarmi sulla natura. Quella sa regalare ancora certe soddisfazioni. Per la barba, ti capisco. Però consiglio di fargliela tagliare quando andrete in Australia. Il consorte è rimasto non so quante ore in ostaggio perché pensavano fosse un terrorista arabo. Ed è accaduto in tempi assolutamente non sospetti, non oso immaginare ora. Comunque adesso negli alert voli mi metto pure Cipro :))

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    1. Quanto parla quell’uccellino! Sfortunatamente non il greco 😛
      Cipro con la family secondo me ti può dare soddisfazioni!
      Ecco, quella barba gliela faccio tagliare, che adesso in effetti esagera, ma mi rimane un dubbio: come hai fatto a perderti a Cernusco?!

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  9. Ciao Cabiria, sempre belli i tuoi post conditi di aneddoti di vita:)
    Come hai ragione.. noi italiani siamo abituati così bene che solo davanti a costruzioni mastodontiche riusciamo davvero a rimanere colpiti (a me per il momento è successo solo ad Angkor Wat).

    In ogni caso non avevo mai considerato Cipro tra le mie mete ma il mare sembra bellissimo!

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    1. Il mare è spettacolare, confermo!
      Sono d’accordo con te su Angkor Wat: anche nel mio caso è una delle poche eccezioni (e “sfortunatamente” ormai anch’esso un metro di paragone: è anche “colpa sua” se in Guatemala ho apprezzato poco il sito del Tikal, ma va bene così!) 🙂

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  10. Ciao Cabiria, io non credo che l’ultima frase sia impopolare, è semplicemente un dato di fatto. Io sono di Roma e ho avuto la stessa reazione a Parigi, per carità bellissima ma il lungo Senna è come il mio amato lungotevere, ho fatto fatica ad amarla forse anche perchè non ho avuto il tempo di andare oltre le immagini da guida turistica che mi hanno causato anche una certa ansia da prestazione. Ho letto poi le stesse considerazioni sulle rovine di Efeso ed ogni volta mi viene in mente quella battuta di Maurizio Battista che dice “Chi nasce a Roma è penalizzato, dove vai vai non te piace niente! Sooo de Romaaa!”. Che poi si applica all’Italia intera. Ma alla fine il bello del viaggio sono proprio i momenti che lo compongono, una serie di tasselli che rendono unico un quadro e la cornice quasi trascurabile.
    Un’ultima cosa, avere il ragazzo con la barba ha i suoi pro, il mio lo scambiano sempre per un arabo in realta è solo napoletano ed anche questo ha i suoi pro!!! 🙂

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    1. Ciao Valentina, mi sa che io e te abbiamo diverse cose in comune!
      Mi piace moltissimo questa tua frase: “Ma alla fine il bello del viaggio sono proprio i momenti che lo compongono, una serie di tasselli che rendono unico un quadro e la cornice quasi trascurabile” e mi ci ritrovo molto, la penso esattamente come te!
      🙂

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