Georgetown, Washington, USA, Cabiria Magni

Georgetown, l’ultimo giorno di scuola

Probabilmente sarebbe stato più furbo intitolare questo post “cosa fare a Washington in due giorni”, ma la verità è che non sono mai stata troppo furba.
Ecco perchè ora leggerete la storia di una che è stata a Washington due giorni, ha camminato per il Mall tra i vari memoriali sotto un cielo azzurro (almeno fino a sera) e… si è innamorata della giornata grigia di Georgetown, con la Georgetown University che si stagliava contro pesanti nuvoloni neanche fosse la mitica Hogwarts.
A onor del vero è meglio dire subito che di maghetti volanti io non ne ho visti, ma non posso giurare lo stesso per le frotte di studenti che festeggiavano l’ultimo giorno di lezione alla maniera di tutti i ragazzi della loro età. Beata gioventù, mattina del giorno dopo a parte ovviamente.

Georgetown University, Washington, USA
Georgetown University

Dicevo che sono stata due giorni a Washington: il primo, appunto, a Georgetown e il secondo nella Washington istituzionale; come per Philadelphia abbiamo deciso di approcciare la città “ai fianchi” e anche qui devo ribadire che questa tattica non mi è dispiaciuta per niente, anzi.

Georgetown, Washington, USA, Cabiria Magni
Georgetown, Washington

Georgetown è un quartiere con le casette basse e i negozi super chic; quando ho pubblicato le foto su Facebook qualcuno mi ha detto che non sembrava nemmeno di essere in città e aveva ragione! Qui ha vissuto Kennedy prima di diventare presidente e qui ha proposto a Jackie di sposarlo, in una taverna aperta tuttora. Qui c’è la famosa scalinata dell’esorcista, quella della scena finale, la trovate su Prospect Street all’altezza della Trentaseiesima strada, se volete fare la foto di rito.
Come ogni quartiere universitario che si rispetti, anche Georgetown è una zona frizzantissima, piena di localini e di ragazzi. Il giorno in cui siamo stati noi era anche piena di feste, con la musica che scoppiava fuori dagli appartamenti stracolmi: presente quelle scene dei telefilm dove a un certo punto arriva l’agente di turno a bussare alla porta? Ecco, non ci siamo fatti mancare nemmeno quello, è stato emozionante. Anche per quelli dentro l’appartamento, immagino.
Se volete regalarvi uno sguardo diverso sulla città non potete perdere questa zona, dedicatele una giornata intera e non ve ne pentirete!

Di tutt’altro respiro invece la Washington istituzionale, quella del Mall, ma credo proprio di non dire niente di nuovo. E’ per questo che non mi metterò a elencare tutti i memoriali in ordine dal Congresso fino al memoriale di Jefferson, ci sono sicuramente fonti ben più autorevoli e più esaurienti.
Ciò che posso dire di questa giornata, che è stata in assoluto quella in cui abbiamo camminato di più in tutto il viaggio, è stato ciò che più mi ha colpito. Scommetto che questo non lo trovate da nessun’altra parte.

La Casa Bianca

Washington, Casa Bianca, Cabiria Magni, USA
Washington, Casa Bianca

Quando ci sono arrivata davanti l’ho guardata e ho detto “ma è così piccola?”
Ci si aspetta che uno dei centri del potere del mondo moderno sia una specie di mausoleo con un’imponenza da far spavento e invece no. Lì vicino ci sono edifici ben più maestosi. E’ stato bello rimanere spiazzata così.
Della Casa Bianca ho apprezzato la folla tutta intorno che protestava per qualcosa: i sostenitori del Tibet libero, che ormai si alternano nell’accampamento da anni, senza mai mollare il presidio (c’è anche un contatore di giorni che scandisce la loro presenza!); maschere e caricature di ogni genere (poteva mancare quella di Trump?) con le quali farsi una bella foto-sfottò, ma vi risparmio la descrizione delle pose più creative; predicatori che leggono testi sacri a una folla inesistente, e con che trasporto! Attivisti ognuno con la propria lotta, più o meno personale, ma comunque da gridare in qualche modo al mondo.
Pullman di cinesi che cercavano di fare qualche foto senza questa marea umana (è la legge del contrappasso, cari miei), che invece secondo me è la cosa migliore di tutte da immortalare.

Il memoriale per le vittime della guerra del Vietnam

Le sue lastre che si scagliano verso il cielo con i nomi dei caduti non lasciano indifferenti. Sembrano proiettate verso l’infinito,  ma infinito di cosa lo lascio decidere a voi: il bello dei memoriali è che ognuno li interpreta a modo suo, sulla scia delle sensazioni di quel momento particolare (è per questo motivo che se devo leggere qualcosa a riguardo lo faccio solo dopo esserci stata).

“I have a dream”

"I have a dream", MLK, Cabiria Magni, Washington
“I have a dream”

L’incisione sul gradino davanti al memoriale di Lincoln, nel punto esatto in cui Martin Luther King tenne quello che è probabilmente il suo discorso più famoso nel 1963, al termine della marcia su Washington.
Come dicevo, sarà che prima di partire ho letto “Storia del Popolo Americano” di Howard Zinn, ma quelle quattro parole viste lì sulla pietra hanno avuto un’eco particolarmente forte nella mia testa.

Un’eco più o meno forte come il rombo dei nuvoloni che, una volta arrivati al Memoriale di Jefferson, ci hanno costretti (più o meno, diciamo così) a decidere dove andare a cenare. L’ultimo piacevole sforzo della giornata.

2 pensieri riguardo “Georgetown, l’ultimo giorno di scuola”

  1. “Probabilmente sarebbe stato più furbo intitolare questo post ‘cosa fare a Washington in due giorni’, ma la verità è che non sono mai stata troppo furba.”
    …ed invece è proprio quello che ci piace del tuo modo di narrare un viaggio, Cabiria!
    continua così, che non sbagli (da che pulpito…)
    Siate felici…

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