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SAN FRANCISCO UNDERGROUND parte 3: otto cose che le guide non dicono.

Terza e ultima tappa nella nostra San Francisco alternativa, tra parchi per local, bagni alla fine del mondo e un dolce, giusto per finire.

My San Francisco

Dolores Park 

Dolores Park si trova sul confine del Mission District, quartiere messicano, ed è uno dei parchi più belli della città.

Meno noto del più famoso Golden Gate Park, è molto popolare tra i residenti, che nel fine settimana lo prendono d’assalto per sfidarsi tra pallavolo e frisbee, poco importa, per imbastire picnic, o anche per improvvisare vere e proprie “mini-discoteche” giusto per fare un po’ di casino tra di loro.

Ah, qui bevono pure all’aperto, alla faccia di tutti i divieti a stelle e strisce: d’altra parte siamo a San Francisco e il bello di questa città, come dice la nostra guida, è che sa essere “mellow ma al tempo stesso trasgressiva”, che le due cose possono andare tranquillamente a braccetto e qui lo fanno eccome.

Da segnalare da queste parti gli imperdibili Sandwiches di Ike’s, perfetti per calarsi nella giusta atmosfera!

Oltre ai sandwich di Ike's, pizzerie dal look metropolitano in Haight Ashbury
Oltre ai sandwich di Ike’s, pizzerie dal look metropolitano in Haight Ashbury

Sutro Baths (Lands End)

“I bagni alla fine del mondo!” [cit.]

Aperti nel 1896 come il più grande stabilimento balneare indoor del mondo, i Sutro Baths sono stati chiusi negli anni Sessanta del secolo appena concluso; sono una bella vista per chi sa apprezzare quell’atmosfera un po’ decadente e se vogliamo di degrado, che bisogna essere cultori del genere, me ne rendo conto, e io confesso di esserlo.

Incamminandosi verso Nord ci si imbatte in un percorso molto bello che costeggia l’oceano e scorta il visitatore fino a China Beach, dove si apre una bellissima vista sul Golden Gate Bridge e questa è per cultori del viaggio, senza discriminazioni.

La storia di Sutro, singolare soggetto, è di quelle che meritano una sbirciatina, anche semplicemente online; ingegnere con la passione per i libri, è stato per due anni sindaco di San Francisco e ne ha combinate non poche: il classico vulcano di idee.

Cheesecake Factory, un altro posto da non perdere.
Cheesecake Factory, un altro posto da non perdere.

Fortune Cookie Factory, Chinatown

Avevo anticipato che in realtà le cose che le guide non dicono sono nove, e alla fine eccolo il nostro dolce, scusatemi, ma non potevo non dire nulla di questo posto, quasi ci sono affezionata!

E poi adoro fare programmi che non rispetto.

La fabbrica dei biscotti della fortuna si trova guarda un po’ in Chinatown, in Ross Alley, per la precisione: uno dei vicoli più antichi della città, un tempo sede di bische e bordelli, che oggi ha messo la testa un po’ a posto (c’è speranza per tutti).

La fabbrica è operativa dagli inizi degli anni Sessanta e a passare da queste parti si corre il rischio di andare via dritti e non vederla, che non è che ci sono insegne accattivanti: qui si lavora e tanto basti, siamo cinesi. Per fortuna non si può ignorare il profumo che invade il marciapiede e che obbliga a fermarsi per cercare di capire chi diavolo c’è lì attorno che pare essere caduto nello zucchero filato.

E’ bellissimo vedere le mani agili delle signore che si affrettano a chiudere i bigliettini dalle magiche profezie nelle cialde ancora calde, che se si raffreddano poi chi le piega più, ed è bellissimo vedere il sorriso dorato dell’omino senza età che ti racconta qualcosa di poco comprensibile al solo scopo di venderti un po’ di quella delizia: e come fai a non comprare?

Io non ci sono riuscita, sarò la solita, che ci si può fare, ma devo dire che lo rifarei, anche se le profezie non ci hanno azzeccato nulla, come al solito niente di nuovo.

E rifarei pure un giro da queste parti, che davvero è una città di quelle che rimangono appiccicate addosso.

Non per il profumo di zucchero filato, non per la pioggia che ti incolla i capelli in faccia quando giri per Chinatown, non per il senso di vertigine che ti dà Lombard Street quando guardi in basso.

Lombard Street, Russian Hill

Non per il cable car che ti scorrazza su e giù per le colline, e che quando arriva a fine corsa l’omino deve scendere a girarlo.
Non per l’impatto di Alcatraz, non per il Pier 39 gremito di turisti a caccia della zuppa di granchio.
Non perché quando giri per Castro ti pare quasi di vederlo, Milk.

Harvey Milk Plaza, Castro

Niente di tutto ciò.

Semplicemente perché è San Francisco.