Ho aspettato a parlarne per le solite questioni di scaramanzia: finché i visti non si sono accomodati sul passaporto, ho preferito far finta di niente, ma… adesso ci sono!
Oddio, più che ci sono, come doveva essere, bisogna dire c’è. Quella dei visti è una storia tragicomica che merita di essere raccontata a parte: le dedicherò un post intero, con tutti i suggerimenti e le peripezie del caso, così magari a differenza mia, risparmiate un po’ di tempo, incazzature e idee malsane.
Contro le strane congiunzioni astrali invece non c’è nulla da fare.
Prima di iniziare, qualche informazione pratica, così chi non è interessato agli sproloqui non è costretto a leggere tutto.
Chachoengsao si trova a circa 80km da Bangkok, e se volete un assaggio della Thailandia più autentica vi consiglio di andarci con il treno locale: partenza dalla stazione di Hua Lumphong (di Bangkok, appunto), costo del biglietto 13 bath per i farang, niente per i thailandesi.
La stazione di Chachoengsao si raggiunge in circa due ore, poi da lì si prosegue in tuk tuk o songthaew.
I complessi da visitare in questa zona sono due, a circa 20 minuti di tuk tuk l’uno dall’altro: il Wat Sothon Wararam Worawihan, con il suo shrine, e il Wat Saman Rattanaram, il tempio del mega Ganesh, giusto per intenderci.
Se come me arrivate a Chachoengsao verso mezzogiorno, potete prevedere un rientro a Bangkok nel tardo pomeriggio, tra le cinque e le sei, in modo da essere in città all’ora di cena.