Sì, perché questo post non è altro che una citazione, mi piace iniziare la settimana così: lascio parlare lui.
Ecco come mai mi piace tanto vedere l’Asia coi suoi occhi.
Macao, Aprile 1987
“Se la storia avesse un odore sarebbe quello di questa città all’alba, quando le chiese son deserte e le case da gioco ancora affollate, quando i mendicanti si levano dalle panchine del lungomare e le coppie infreddolite guardano nelle vetrine dei prestasoldi gli orologi, le catenine d’oro, le penne stilografiche lasciate in pegno e perse da altri giocatori.
Dall’alto dei loro piedistalli, eroi e santi di pietra puntano le loro spade e le loro croci occidentali contro il cielo d’Asia che si rischiara. Dai templi cinesi si levano zaffate d’incenso e mormorii di preghiere. Sulle acque giallastre della baia, dove sfocia il Fiume delle Perle, scivolano giunche di legno a vele spiegate.
L’alba a Macao non è l’inizio di un nuovo giorno, ma solo un momento nell’eterno avvicendarsi di oscurità e di luce, come l’alternarsi del rosso e del nero nelle ruote delle roulette che qui non si fermano mai. Sul labirinto di misere catapecchie cinesi e cadenti ville portoghesi si erge, imponente, la chiesa di San Paolo.
Non resta che la facciata, ma proprio quella, con le sue finestre come occhi ciechi contro il vuoto, è il monumento più espressivo a tutte le grandiose speranze del passato e il simbolo più calzante del loro fallimento.”
Tiziano Terzani, In Asia
1 commento su “Oggi lascio scrivere Tiziano Terzani e mi metto a leggere pure io.”