Continuiamo come promesso il giro tra le strade meno battute di San Francisco e giusto per non smentirci, fermiamoci subito in un angolo d’Asia.
LITTLE SAIGON
La piccola Saigon sta accanto a Tenderloin, non troppo distante da downtown, dal City Hall e dai famosi Yerba Buena Gardens.
Il turismo di massa non ha ancora colonizzato quest’angolo della città dove si respira un’atmosfera non contaminata dalle forzature che la fama e lo sfruttamento commerciale impongono, cosa che inevitabilmente è successa per alcune vie di Chinatown (che ricordiamolo, è la Chinatown più grande degli Stati Uniti, non una a caso).
I tantissimi immigrati vietnamiti hanno dato nuova vita a quest’area dove davvero sembra di stare in Asia: lo dicono le insegne dei negozi, delle officine, dei ristoranti, degli innumerevoli take away e non si può non stare ad ascoltare.
Rimaniamo sempre dalle parti di Tenderloin per una tappa alla Glide Memorial Church; si tratta di una chiesa metodista di quello che probabilmente è il quartiere con la più alta concentrazione di senzatetto, prostituzione e tossicodipendenza della città, ed è una delle più liberali degli Stati Uniti.
Gabriele me l’ha presentata come “bastione della contro-cultura”, che già mi pare una motivazione più che valida per andare a metterci piede e capirci di più, in quel posto dove ogni giorno si sfamano lunghe file di persone che si allineano ordinate sui marciapiedi, e questo dei pasti a chi ne ha bisogno è solo uno degli 87 programmi all’attivo.
Fateci un salto la domenica, i riti sono molto popolari: i fedeli cantano e ballano e l’umanità più variegata prende la parola per raccontare la propria esperienza di vita, che sia quella di immigrato clandestino o di trans.
Per questa settimana chiudo con una nota gastronomica, che anche qui mi si conosce, e vi lascio l’indirizzo di quello che è stato il ristorante della mia cena di Natale, non di un posto qualsiasi, si badi bene: sto parlando del Fang, 660 Howard Street, sempre in zona Yerba Buena Gardens, nel Financial District.
Come vuole la più rigorosa tradizione natalizia, si tratta di un ristorante cinese, che fa un po’ strano perché alla fine a loro che gliene frega, tanto è un giorno come un altro, ma che merita davvero, perché un 25 Dicembre a base di noodles e involtini te lo ricordi tutta la vita, soprattutto se sono cucinati come Dio comanda e almeno a Natale glielo dobbiamo, dai.
La prossima settimana si parla di parchi e di bagni da fine del mondo.
Ah, lasciate anche uno spazietto per il dolce, che alla fine le cose che non dicono le guide sono nove, ma non sottilizziamo.
Cabiria, questi articoli sono i miei preferiti, le guide di viaggio non dicono tutto, anzi, a volte niente. Sono i blogger come te che alimentano la rete con queste chicche che non solo servono, ma valorizzano un territorio. Compliments 😉
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Ti ringrazio Chris, è importante avere questi feedback!
Sono convinta che la regola numero uno sia sempre quella: “ask a local”. I local expert sono fondamentali, poi sta a noi riportare e diffondere, alle guide lasciamo la parte “istituzionale” 😉
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Neanche lo sapevo che ci fosse little Saigon! Bella dritta!
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Eh, sì! Bisogna andare a farci un giro!
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