Quando si nasce al confine tra tre province un po’ di casino addosso rimane sempre: ci si chiede qual è la propria collocazione precisa nel mondo e alla fine ci si arrende al famigerato spirito cosmopolita, che forse è un po’ un modo per dire che vale tutto.
Io mi ci arrendo spesso, confesso, e forse questa scusa non è poi così campata per aria.
Oggi volevo pubblicare qualcosa sul Galungan appena trascorso (non è una parolaccia, non sono così ricercata negli insulti), ma poi ho detto no, sistemiamo un po’ di foto e facciamo una bella gallery di New York, che ci sta sempre bene.
Alla fine è successo che me ne sono stata a casa per una giornata e sono andata a fare un giro.
Ho guardato fuori dalla finestra la mattina, il cielo era di quegli azzurri che sembrano dipinti, e allora sono uscita a piedi, anche se avrei dovuto fare tutt’altro.
Era un po’ che non me ne andavo a zonzo così, e giusto per quantificare quel un po’ vi dico che ci sono persone nel mio paese che mi ricordano con la faccia che mi portavo appresso da bambina. Non che sia un male, per carità, questa cosa ha sicuramente tanti lati positivi.
Stiamo dietro degli schermi e diventiamo quasi delle creature mitologiche, anche se in realtà siamo fatti di sorrisi e di rughe, di acciacchi e di belle soddisfazioni.
E’ che da dentro quella postazione non si vede troppo spesso.
Sono uscita a piedi e sono stata in giro: la strada non era lunga, ma ci ho messo un bel po’ a percorrerla; ho parlato con tutti quelli che ho incrociato, qualcuno non lo vedevo da tanto.
Ho visto gente da dentro il suo giardino mandarmi un saluto, magari senza neanche capire chi fossi, e in certi casi nemmeno io ci ho capito granchè, ma a nessuno dei due è importato molto.
Ho visto gente che sistemava l’orto regalarmi un sorriso un po’ sudato, e ho visto qualche signora uscire dalla parrucchiera coi capelli azzurri (non era Sailor Mercury, avete presente quelle vecchiette che sembrano un po’ la fata turchina? Ecco).
Ho visto i soliti noti uscire dal bar, quelli che se stanno lì allora vuol dire che va tutto bene, che sono un po’ l’assicurazione sulla vita di certi posti.
Questo post probabilmente è un po’ cretino, ma il motivo per cui l’ho scritto forse no.
Alle volte ci portiamo appresso tanti punti di domanda e diventiamo scemi per trovare una risposta.
Io ne avevo alcuni sui quali mi scervellavo da un po’ e vi giuro che ci stavo diventando matta, fin troppo per i miei gusti.
Allora sono uscita sotto un cielo che sembrava finto, e mi sono accorta di aver lasciato a casa quei punti di domanda, come succede spesso.
La novità è che al rientro non li ho più trovati, non erano lì a darmi il bentornato a casa con la loro faccia da schiaffi.
Tante volte facciamo di tutto per mandarli via e loro rimangono lì, che pare anche una presa in giro.
E invece basterebbe ascoltare che hanno da dire, perchè a non trattarli troppo male, sono loro a dare poi le risposte.
Tante volte una passeggiata tra sorrisi sudati e capelli azzurri vale più di molte pratiche di meditazione e di qualsiasi filosofia astrusa, e ve lo dice una che a queste cose ci crede.
Tante volte basta affrontare la propria terra di confine e sentire che ha da dire.
Insomma, è facile.
Ma forse il problema è proprio questo!
Vi regalo qualche foto di Verderio, giusto perchè sia chiaro che non è un luogo mistico che abita chissà quale coordinata magica, custodita dalle stelle.
E’ soltanto il mio paese, la mia personalissima terra di confine.
ciao Cabiria! sto commentando con qlc ritardo… che sorpresa averti “conosciuta” qui (anche se ci conosciamo da un bel po’, perse di vista altrettanto ma x viaggi diversi.. il mio viaggio è la scelta di essere mamma, il mio zaino era in pancia, poi in “braccio” e adesso cammina cn me…ed è la mia Emma..).. è bellissimo leggere i tuoi racconti, … ti ho scoperta x’ stavo cercando un trip da fare cn la mia famiglia.. e spunta fuori trip or treat…e poi vedo te.. nn mi dilungo.. e ti dico solo COMPLIMENTI.. è piacevole, divertente e interessante seguirti qui…
ps .. a tt qnt se volete i capelli turchesi .. a Verderio c’è la parrucchiera specializzata…
un abbraccio!
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Ma ciao, che sorpresa!!!
Beh, direi che il tuo è un signor viaggio, altrochè 🙂
Ti ringrazio per quello che scrivi, spero che capiterà di incontrarci di nuovo a Verderio (non per farci i capelli azzurri, eh…), così conosco anche Emma 🙂
Un abbraccio!
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“Stiamo dietro degli schermi e diventiamo quasi delle creature mitologiche, anche se in realtà siamo fatti di sorrisi e di rughe, di acciacchi e di belle soddisfazioni.”
#oimmenasini.
Che tradotto vuol dire…
#ehLaMadonna!
Grande Cabi, ogni volta, sempre meglio, che si parli di posti remoti ed esotici o di… Verderio.
…ma unnè Verderio?
P.S.: #estica che foto. Peccato siano piccine piccì…
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Grazie Ernesto!! Verderio è l’ultimo paese della provincia di Lecco, al confine con Bergamo e Milano, e io vivo qui 🙂
(Ma se clicchi sulle foto non si ingrandiscono??)
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Certo che se ci clicco su…
Ma alcune meriterebbero un trattamento diverso…
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Vedremo di darglielo allora, grazie! 🙂
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un po’ di te attraverso il “RioVerde”, anagrammato mi piace di più! Terra di confine, passi lenti e radici profonde. Ps ho una zia, che ora avrà più o meno 200 anni, che i capelli azzurri li teneva già 35 anni fa… da bimbo ne ero terrorizzato!
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Ahahahah!! Mi hai fatto morire! I capelli azzurri son cose che si ricordano (ti devono aver spaventato non poco..) 😉
Bella l’immagine che dai: “terra di confine, passi lenti e radici profonde”.
Grazie!
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Che carino! Anche se non parli di Asia 😉 Mi piace e condivido queste modalità di ricerca e di esplorazione…lo faccio spesso anch’io che vivo in una provincia di confine dove si parlano due lingue (escluso l’italiano) e girare per angoli che snobbavo in cerca di templi dorati e foreste equatoriali aiuta a portarmi via dalle scimmie (quelle esistono anche nei paesi freddi, forse anche di più…).
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Sì, capisco benissimo che intendi!
Anche io sono una cacciatrice di templi, ma non c’è niente come la lingua (o il dialetto, che da noi di lingua se ne parla una sola, anche se siamo terra di confine) di casa per far scappare le scimmie: potere della fata Turchina!
Sto giro l’elefante lo lasciamo riposare 😉
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Sembriamo i predatori del tempio perduto 😂…povero elefante ne ha di lavoro si sti tempi, non scomodiamolo 😉
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No, ma l’elefante lo fa con piacere, è lui che sceglie le situazioni scomode 😉
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Ah, in effetti il ruolo dell’elefante è proprio quello, se no non faceva questo mestiere…(se qualcuno legge i nostri commenti ci prende per pazzi…se non l’avesse già fatto 😀 )
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Al massimo prende per pazzo te, di me già lo sanno!! 😛
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Ahahah…ma diciamolo, la pazzia è il nostro brand 😂
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Il bello di WordPress.com è che alla fine di ogni post trovi “Che ne dici?”. Io dico che spesso le risposte sono dietro l’angolo, anche quello di casa, ma questo è un luogo comune come tanti. Quello che penso, invece, è che il più delle volte perdiamo tempo a farci le domande e non a provare con le possibili soluzioni. Com’era, “meglio vivere di rimorsi che di rimpianti”?
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Uhu, sì, era così!
Farsi domande va anche bene, il problema è che tante volte ci si complica la vita da soli, e così le risposte scappano.
Camminare per il paese e “riappropriarmi” di sensazioni semplici mi ha fatto capire che sbagliavo prospettiva: per fortuna la fata Turchina è corsa in mio aiuto!!
Adesso tengo sotto controllo il naso, si sa mai… O.o
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…poi arrivi alla galleria delle foto e fra un tramonto, una chiesa e un vicolo speri di scorgere la vecchietta dai capelli turchesi…che poi se controlli bene si chiama “grigio topo” (o così si chiamava quando la domenica di tanto in tanto facevo al tinta ai capelli di mia nonna che di possibilità per andare a farla dalla parrucchiera ce n’erano poche)… poi me la mandi in privato, lo so che ce l’hai
E vediamo se il commento si autospamma da solo anche ‘stavolta
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Stavolta wordpress è stato clemente!
La vecchina dai capelli azzurri è presente in ogni ricordo che si rispetti…ma grigio topo proprio no!!
Ti scrivo 🙂
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