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East Coast parte 1 – Port Stephens

Di tutti i posti che ho visto, solo due volte ho detto “qui ci vivrei”: a Sydney e a San Francisco, ma questa è un’altra storia.
Ecco perché quando ti lasci una città del genere alle spalle (di Sydney parlerò più avanti, promesso) lo fai sempre con un po’ di titubanza.

Poi però realizzi che quella che ti aspetta oltre il parabrezza è la leggendaria East Coast, e allora…you rock!

Prima tappa di questo pezzo on the road sulla Pacific Hwy (la mitica strada n°1) direzione nord è Port Stephens.
Ora c’è da sapere che Port Stephens non è il nome di un paese solo, ma di un’intera zona, il che crea non poca confusione quando ci si deve confrontare con cartine e segnali stradali.

Ma non lasciamoci intimorire da queste stranezze territoriali.

Pernotto previsto ad Anna Bay, al Samurai Beach Bungalows, che si presenta così:
“A touch of Asia in Australia”.
Evidentemente il mio destino era già segnato!
Il posto è tranquillissimo, immerso nel verde e nel silenzio, e se guardi in alto vedi i koala che se la dormono sugli eucalipti: scendono una, massimo due volte al giorno, solo per mangiare.
Poi dicono i bradipi.
La scelta è di quelle azzeccate, consigliatissimo! Ma del Samurai Beach Bungalow lascio parlare il sito, che sicuramente ne ha da dire.
(http://samuraiportstephens.com.au/ rel=”nofollow”)

Quello che colpisce di Anna Bay sono le Sand Dunes, o Stockton Bight: la più lunga barriera di dune dell’emisfero australe, circa 30 metri d’altezza, che si srotola per 35km lungo la costa tra qui e Newcastle.
La gente ci fa surf (sì, sulla sabbia, casomai l’oceano lì davanti fosse troppo piccolo), ci scia, o si diverte coi quad; insomma, ogni scusa è buona per fare un po’ di casino: siamo in Australia dopotutto.

Spostandosi un po’ più a nord si arriva a Nelson Bay, capitale non ufficiale di Port Stephens, che come cittadina non avrebbe nulla da segnalare, ad essere onesti.

Dico non avrebbe perché in realtà una cosa c’è: Red Neds (http://www.redneds.com.au/ rel=”nofollow”).

Ora, passare di qui e non fermarsi da Red Neds è un errore col quale difficilmente si potrà poi convivere, io avviso.
Di che si tratta?
Semplicemente del miglior locale dell’Australia dell’est per gustare la meat pie.
C’è chi dice che in realtà sia il migliore dell’Australia intera, se non altro perché la meat pie nasce proprio su questa costa: non credo di avere l’autorità per pronunciarmi in merito, posso solo fidarmi.

La meat pie è una delle tante chicche di questa zona, appunto; si trova anche altrove, ma spesso quelle sono becere imitazioni senza troppa personalità.
E’ una specie di torta salata con i ripieni più diversi, dall’aragosta al curry di verdure; quando la guardi ti frega perché non pensi che una cosa di quelle dimensioni all’apparenza inoffensive possa in realtà essere così devastante: una pesantezza infinita.
Ma è troppo buona.
E vale tutta la citrosodina del mondo.

Personalmente ho fatto il pieno lungo quel tratto del mio viaggio, e credo che la meat pie abbia dato il suo bel contributo all’accumulo dei chili di troppo che mi sono riportata poi in Europa.

Gli altri colpevoli avrete modo di scoprirli al prossimo giro, non mancherò di nominarli: quando ci sono io di mezzo, si finisce sempre in cucina e dintorni.