Mandala tibetano

Accessorio

Smiles are for free

“Forse sta per succedere qualcosa di simile nella tua vita, Bilancia. Quello che sembrava l’evento principale potrebbe diventare secondario, o quello che sembrava accessorio potrebbe diventare centrale.”

Queste sono le ultime righe di uno dei tanti oroscopi in cui chiunque incappa ogni giorno.

Personalmente li leggo per divertimento, per farci qualche sghignazzata che ci sta sempre bene: l’influenza degli astri, se esiste, non può essere certo inscatolata in dodici personaggi dall’aspetto più o meno buffo.

Avrei potuto fantasticarci sopra di ogni, che la vita a volte prende pieghe bizzarre e fa comodo metterci di mezzo un po’ di soprannaturale, ma ammetto che quello che mi ha fatto riflettere è stata la parola accessorio.

Davvero esiste un qualcosa che possiamo definire accessorio nella vita di una persona?

Forse fino a qualche tempo fa avrei detto “Ehhhh! Hai voglia.
Adesso non ne sono più tanto sicura, anzi, direi proprio il contrario.

A pensarci bene, accessorio non è una bella parola: tralasciando la semantica, che è affare di gente più competente, accessorio dà proprio l’idea di essere pedante, con quelle doppie che ti rimbalzano in bocca prima di riuscire a sputarla fuori. Che fastidio.

A me piace pensarla più in termini di dettagli.

Il dettaglio è quello che fa la differenza perché è piccolo e tante volte non se lo fila nessuno, è quell’aggeggio che brilla e magari te ne accorgi solo tu, e allora?

L’accessorio è il di più, e se non serve che lo tieni a fare. Pesa.

Mi vengono in mente i monaci tibetani coi loro mandala.
Quella specie di diagrammi, in genere circolari (il significato spicciolo di mandala è proprio quello di cerchio), fatti con la sabbia colorata, che stanno a rappresentare l’essenza del cosmo, il significato ultimo da acquisire durante il cammino (ci metto una fotina che ho fatto io, giusto per il folklore del momento).

Perché penso ai mandala.

Perché la sabbia, una volta posizionata, non viene fissata in alcun modo, e quando finalmente queste opere meravigliose vengono ultimate dopo un lungo lavoro… via!
Scompaiono col vento, come se non fossero mai esistite.

Perché sta pazzia che pare quasi una deviazione? Questi son matti.
O forse no.

Forse è solo un buon esercizio per ricordarsi che tutto è impermanente, e che l’essenza da afferrare non la trovi sullo scaffale in fondo alla corsia pronta da infilare in tasca: la trovi a pezzi lungo la strada, il bello sta proprio nel cercare di metterla insieme, ognuno come gli pare, vivaddio.

Se hai l’occhio allenato a vedere i dettagli, quest’essenza la raccogli e te la tieni per mano, liberandoti degli accessori che ingombrano e che occupano braccia che potrebbero portare altro.

Così è come la vedo io.
Ma gli oroscopi non li leggo più neanche per farmi due risate, eh?

7 pensieri riguardo “Accessorio”

  1. Quando passo dal tuo blog non so mai cosa aspettarmi. Sei imprevedibile. I tuoi articoli sono incredibili. Non sono semplici post, sono lezioni di vita! Credo che con le tue esperienze hai maturato una consapevolezza tale da poter davvero dare lezioni! Bellissimo post, davvero!

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    1. No, no, io sono la peggiore delle alunne, quella che picchierà la testa fino all’ultimo giorno, te lo garantisco! Quindi di dare lezioni non mi sogno nemmeno!
      Mi piace condividere quello che nella testa ci passa, appunto, tra un bernoccolo e l’altro 😉
      Tu invece mi hai fatto uno dei complimenti migliori, “sei imprevedibile”: credimi, non avresti potuto farmi più felice!
      Grazie 😀

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