Kobe, Cabiria Magni, Giappone

Due giorni a Kobe e Himeji

Oggi torno a parlare di Giappone e lo faccio grazie a uno spunto di ESL – Soggiorni linguistici, agenzia che dal 1996 propone corsi di lingue all’estero per ragazzi e per adulti, oltre che gap year dove le lezioni possono essere abbinate a programmi di volontariato, stage o lavori retribuiti.

Probabilmente vi chiederete che c’entra il Giappone: c’entra perchè ESL – Soggiorni linguistici ha indetto un concorso alla ricerca di cinque travel blogger per cinque delle loro destinazioni, e tra queste c’è Kobe, una delle città che ho visitato durante il mio ultimo viaggio e che, ammetto, prima conoscevo giusto per la famosa carne.
Per chi fosse interessato al concorso, le informazioni sono a questo link: buona fortuna, qualsiasi sia la destinazione che vi interessa!
Chi invece è interessato a Kobe può continuare a leggere qui sotto.

Kobe, Cabiria Magni, Giappone
Kobe

Siamo arrivati a Kobe da Hiroshima, città che come ho scritto in questo pezzo mi ha toccata nel profondo per una serie di motivi (ho anche pensato di fermarmici di più); per Kobe quindi, come potete immaginare, le cose si sono fatte difficili fin da subito: quando ti ritrovi a combattere con un ricordo ancora fresco misto a una nostalgia già intensa non è per niente facile, la combinazione è di quelle tanto rare (almeno per me) quanto letali.

Quante notti fermarsi a dormire a Kobe?
Due secondo me sono perfette, perchè questa città è anche un’ottima base per visitare il castello di Himeji, uno dei castelli più spettacolari del Giappone (nonché uno dei pochi sopravvissuti a incendi e devastazioni varie).

Castello di Himeji, Giappone, Cabiria Magni
Castello di Himeji

Cosa fare in due giorni a Kobe?
Riporto qui di seguito le pagine del mio diario, e ripercorro quei giorni con voi.

Siamo arrivati da Hiroshima alla stazione di Shin-Kobe, quella dello Shinkansen, e ci siamo diretti a piedi in hotel (zona stazione Kobe-Sannomiya): per la prima volta in vita mia mi sono messa in fila in attesa del verde, per attraversare la strada. Io i giapponesi li amo anche per questo.

Visto che era quasi ora di pranzo, abbiamo pensato di andare subito ad assaggiare il famoso manzo di Kobe, uno dei motivi che ci hanno portati qui, inutile negarlo: il suo costo è decisamente elevato, ma se vi togliete lo sfizio a pranzo piuttosto che a cena riuscite a risparmiare qualcosa. Vale la pena provarlo e consiglio l’investimento a chi si trova a passare da queste parti, anche se rimango dell’idea che la cara vecchia fiorentina non si batte, ma questo è il mio gusto personale.

Le case di Kitano, Kobe, Giappone, Cabiria Magni
Le case di Kitano

Ci siamo spostati quindi nella zona di Kitano, quella delle cosiddette “case degli stranieri”, ovvero una trentina di case del diciannovesimo Secolo in stile europeo, dimore di commercianti e diplomatici che ora sono state riconvertite a bar/ristoranti o a piccoli musei da visitare per un tuffo nel passato. Passeggiare per le vie di Kitano fa strano, sembra quasi di stare davvero in Europa; a tratti (faccio la blasfema) questa zona mi ha ricordato addirittura San Francisco.

Kitano, Kobe, Giappone, Cabiria Magni
Kitano is the new San Francisco. Ah, no.

Siamo quindi scesi verso il mare passando attraverso un paio di gallerie commerciali (che a quanto pare in Giappone vanno forte, viste anche le precedenti esperienze di Kyoto e Hiroshima), tra cui quella di Motomachi, dove a causa delle temperature soffocanti la gente si avvinghiava letteralmente a dei blocchi di ghiaccio messi come decorazione tra un negozio e l’altro, esattamente nel posto in cui uno si aspetterebbe di trovare piante o fiori (mi immagino il dramma umano se qualche bambino oltre ad avvinghiarsi ha pensato bene di dare anche una leccata).
Siamo arrivati così nel cuore di Chinatown.

Motomachi, Kobe, ghiaccio. Cabiria Magni, Giappone
Ghiaccio in Motomachi!
Chinatown, Kobe, Giappone, Cabiria Magni
Chinatown

Chinatown è in assoluto la zona più frizzante della città (che novità, eh?): è molto chiassosa, ma è anche molto ordinata, diversa dalle Chinatown cui sono stata abituata finora. D’altra parte, sempre di Giappone si parla.
Ci siamo fermati fino a sera: come potrete immaginare, qui le possibilità di mangiare per strada e assaggiare la qualunque non mancano, quindi perchè non approfittarne e non godersi quest’angolo anche dopo il tramonto, acceso di luci.

Chinatown food, Kobe, Giappone, Cabiria Magni
Street food a Chinatown
Chinatown food, Kobe, Giappone, Cabiria Magni
Street food a Chinatown

Abbiamo dedicato buona parte del secondo giorno al castello di Himeji. Siamo partiti con tutta calma col treno delle 10 e siamo tornati con quello delle 15; da Kobe si può prendere sia il treno locale che lo Shinkansen, poi una volta arrivati a destinazione il castello è a un chilometro circa dalla stazione: seguite la fiumana di gente a piedi, non potete sbagliare.
Ad agosto la coda per il castello era allucinante: l’abbiamo fatta dall’inizio alla fine, dove con la parola fine non intendo l’ingresso al castello, ma mi riferisco anche tutti e sei i suoi piani, fino in cima insomma.
Credo che sia per questo motivo che tutto sommato non ce lo siamo goduti poi così tanto, alle volte sono un po’ sociopatica; diverso il discorso per il giardino Kokoen lì vicino, in realtà un insieme di nove giardini: è una meraviglia per nulla affollata, almeno quel giorno (il che rafforza la mia tesi sulla sociopatia).
Lo scrivo anche qui, visto che ormai l’ho detto e scritto ovunque, neanche avessi una percentuale sugli ingressi al Kokoen: se andate al castello di Himeji fate il biglietto che comprende anche l’entrata ai giardini, ne vale davvero la pena.

Kokoen, Himeji, Giappone, Cabiria Magni
Kokoen, Himeji
Kokoen, Himeji, Giappone, Cabiria Magni
“Pesci rossi” al Kokoen

Abbandonati i giardini dopo aver scattato un numero indefinito di foto, siamo tornati in stazione per fare rientro a Kobe; per sicurezza ho chiesto conferma al capostazione che il treno sul quale stavamo salendo fosse quello giusto (abbiamo scelto un treno locale stavolta): oltre a confermare, il capostazione mi ha regalato gli origami dello Shinkansen e io mi sono sciolta. Ho già detto che adoro i giapponesi?

Arrivati a destinazione siamo scesi stavolta alla Kobe Station (ecco il perchè del treno locale), così oltre a poter dire di aver provato tutte le stazioni della città (Shin-Kobe, Kobe-Sannomiya e Kobe Station), ci siamo trovati vicini alla Marina, la zona che ancora non avevamo visto.

Kobe, Marina, Giappone, Cabiria Magni
La ruota panoramica della Marina
Kobe, Marina, Giappone, Cabiria Magni
La baia di Kobe

La Marina è di fatto un insieme di ristoranti e negozi a ridosso del porto, organizzati in quello che sembra quasi un centro commerciale a cielo aperto; con nostro stupore ci siamo accorti di essere tra i pochissimi turisti in quella zona (a differenza di Kitano e Chinatown), presa più che altro d’assalto da giapponesi che trascorrevano il Ferragosto sgranocchiando cibo, passeggiando più o meno distrattamente tra le vetrine, sedendosi sulle panchine davanti al mare.
E’ stato bello fare gli intrusi e spiare la vita della città scorrere incurante di noi.
Ci siamo seduti sulle panchine sgranocchiando cibo (bisogna sempre provare a integrarsi, d’altra parte) e aspettando il tramonto: la baia che si tinge dei colori del tardo pomeriggio è uno di quei ricordi del mio viaggio in Giappone che non mi lasceranno mai.

Kobe, Marina, Giappone, Cabiria Magni
Marina di Kobe, dog shooting

6 pensieri riguardo “Due giorni a Kobe e Himeji”

  1. Sai che Kobe è in assoluto una delle mie città preferite in Giappone? Adoro la vitalità serale intorno a Sannomiya, adoro i quartieri più elevati e la marina. Poi il panorama dal monte Rokko è assolutamente unico e il robottone Tetsujin mi ha fatto sciogliere.
    Sulla carne di Kobe vs Fiorentina il mio pensiero rispecchia esattamente il tuo, l’ho anche scritto sull’articolo che ho scritto qualche mese fa.
    A Himeji mi sa che sono stato fortunato, la gente era parecchia ma di fila vera e propria ne ho fatta solo agli ultimi piani del castello e nell’ala occidentale non c’era quasi nessuno, eppure più o meno erano gli stessi giorni, forse perché ci sono andato in un giorno infrasettimanale qualsiasi.

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  2. Anche i miei amici ed io siamo passati di qua, ormai 9 anni fa, ma mi ricordo molto bene sia il castello di Himeji (forse il mio preferito in Giappone), sia la baia a Kobe con la torre rossa illuminata. Mi hai fatto tornare indietro a quel viaggio 🙂

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