Questa è una storia che mi è rimasta nel cuore più che altro per il luogo in cui l’ho sentita la prima volta.
Garuda già lo conoscevo, e probabilmente gran parte del merito va alla compagnia di bandiera indonesiana, i Naga invece mi hanno colta impreparata, confesso.
Quelle che trovate qui di seguito sono un po’ di chicche che mi ha regalato Sam, la mia guida tra i templi di Angkor, e sono la prova che un taccuino alle volte può cambiare una giornata, che con la mia memoria altrimenti stavo fresca.
Ai templi di Angkor ho dedicato due giorni, forse i più frenetici del mio viaggio in Cambogia, e che lo rifarei non lo sto nemmeno a dire: credo che di certi posti non ci si possa stancare mai.