La scorsa estate ho fatto un viaggio di tre settimane in Giappone: come ho già avuto modo di raccontare, sono partita senza troppe aspettative; un’Asia diversa da quella che amo, troppo diversa. Quasi sicuramente tutta un’altra cosa.
Non ho difficoltà ad ammettere di essermi fatta un po’ frenare dai miti della modernità e della precisione smisurate, dall’efficienza a ogni costo, insomma da tutti i pregiudizi che ruotano attorno a questo Paese e che per molti sono una calamita, per altri invece un motivo per depennarlo dalla lista dei desideri.
Mai come questa volta ho dovuto ricredermi.

Quando mi chiedono consigli per un viaggio in Giappone (in questo post ho già raccolto un po’ di informazioni pratiche, che tornano sempre utili), mi sento un po’ persa: di cose da dire ce ne sarebbero a bizzeffe, e più ne racconto più mi accorgo che in realtà ne avrei da chiedere anche io. E’ un Paese che non si finisce mai di conoscere, temo sia uno di quei rapporti in continua evoluzione, dove non si raggiunge mai la maturità completa, ma forse il bello è proprio questo.
Quindi la faccio facile: prima di continuare coi post sulle varie tappe (me ne mancano ancora tantissime, prima o poi ce la farò) mi fermo a fare il punto su quello che mi è piaciuto di più e su quello che invece un po’ mi ha delusa. Concludo in bellezza con il mio rimpianto giapponese, perchè un viaggio non è completo se non lascia almeno un rimpianto o una piccola insoddisfazione cui ci si ripromette di porre rimedio, prima o poi .
Highlights, la mia top 5
Kyoto

Kyoto è una meraviglia, non credo si possa descrivere altrimenti. Per me è stata il primo impatto col Giappone, il punto di partenza del mio viaggio, ed è uno di quei posti dove tornerei subito. I templi che profumano di antico, la stazione che sa di futuro (e di ramen, al decimo piano!), le ragazze con i vestiti tradizionali, lungo il fiume, e il museo del manga, dove sedersi all’aperto a leggere. Impossibile non rimanerne affascinati, prometto che ne scriverò presto, intanto vi lascio questo post di Patrick come assaggio.
Hiroshima e World Friendship Center

Hiroshima è uno di quei posti verso i quali non nutrivo grandi aspettative e che invece hanno saputo sorprendermi; la città è assolutamente deliziosa e i suoi okonomiyaki pure, ma a fare la differenza per me, ancora una volta, sono state le persone: come ho già avuto modo di raccontare ho pernottato al World Friendship Center, dove ho potuto toccare con mano la crudeltà dell’uomo grazie alla testimonianza di un hibakusha, un sopravvissuto alla bomba atomica sganciata il 6 Agosto del 1945 sul cielo di questa città.
Tempio Daisho-In, Miyajima

L’isola di Miyajima è una tappa che difficilmente manca in un viaggio in Giappone, ma quello che più mi ha colpita, al di là del suggestivo torii rosso e dell’imponente Itsukushima Shrine, è stato il tempio Daisho-in: quando andate, mettete in conto di dedicargli almeno una mezza giornata e godetevelo con tutta calma. Il resto – eresia – è tutto un di più.
Kamakura

Kamakura è una chicca che mi ha consigliato Patrick (l’ha inserita anche all’interno della guida del Giappone che ha scritto per i ViaggiAutori): è perfetta da vedere in giornata da Tokyo, si raggiunge infatti in un’ora di treno, ma quando ci si mette piede è come cambiare completamente ambiente, ci si sente totalmente altrove. Sarà che si trova sul mare, sarà che è zeppa di templi uno più suggestivo dell’altro: non importa, quel che è certo è che non è da perdere. Ne ho parlato in questo post, dove nomino il tempio Hase-dera, uno dei più belli di tutto il mio viaggio in Giappone (ma forse anche uno dei più belli mai visti in assoluto), e del Kotoku-in, il tempio del Daibutsu, il grande Buddha.
Shirakawa-Go

Quello con Shirakawa-go è stato “amore a prima vista” ancor prima di vederci. Sono incappata in una foto di una casa gassho zukuri mentre pesavo al mio itinerario e mi sono detta “io lì ci voglio andare” (a voi capita mai?): è finita che mi sono poi fermata per la notte. Quella di pernottare a Shirakawa-go è una scelta sicuramente costosa, ma è anche il modo migliore per apprezzare la magia di questo villaggio sulle Alpi Giapponesi, godendoselo in privato, quando la maggior parte delle persone deve andare via.
Perplessità
Kanazawa

Osannata dai più, devo ammettere che non mi ha colpita granché, fatta eccezione per la stazione dei treni, che invece è strepitosa. Ecco, se devo indicare un motivo per farci un salto nominerei proprio questa architettura in vetro, ferro e legno che lascia letteralmente a bocca aperta.
Il giardino del Kenroku-en, ovunque descritto come uno tra i più belli del Giappone, non mi ha particolarmente affascinata, ho preferito i giardini del castello di Himeji, a mio giudizio semplicemente meravigliosi.
Kanazawa la ricorderò comunque come la città dove per la prima volta ho assaggiato il sakè freddo, un’altra di quelle esperienza sicuramente da fare in Giappone!
Monte Koya

Questa forse non ve l’aspettavate, eh?
Sono partita per il Monte Koya piena di entusiasmo, ma poi sono rimasta un po’ così; non sono pentita di esserci andata, ma non ho trovato quell’atmosfera “magica” sulla quale avevo fantasticato, magari anche perchè ci sono rimasta solo una notte, e invece ne meritava almeno una in più, per non andare di fretta.
I bei ricordi che mi porto a casa di questa parte di viaggio sono sicuramente l’esperienza di dormire in un monastero, che consiglio a tutti quanti, e la visita all’Okunoin, probabilmente il cimitero più famoso del Giappone, un luogo ricco di fascino e suggestione.
Rimpianti

Il mio rimpianto giapponese è sicuramente la mancata salita al monte Fuji: in ogni viaggio cerco sempre di infilare almeno una giornata di trekking, ma stavolta è andata male.
Con Raffaele avevamo programmato di trascorrere due notti in un ryokan a Kawaguchi-co in modo da dedicare una giornata al trekking fino alla cima, ma purtroppo un tifone ci ha bloccati mentre tentavamo di raggiungere la località: di fronte alla natura anche i treni giapponesi si devono arrendere, non ci sono storie!
Abbiamo quindi deviato su Tokyo con due notti di anticipo, ma tre giorni dopo siamo comunque andati a Kawaguchi-co in giornata, per vedere cosa ci eravamo persi, dal basso.
Risultato?
Ci torneremo, eccome se ci torneremo! L’appuntamento con la cima è solo rimandato.
Wow che posti meravigliosi! Articolo davvero interessante per le destinazioni “alternative” che hai descritto!!!
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Ti ringrazio 🙂
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Wow, bella top five…anche se in effetti la mia sarebbe totalmente o quasi diversa. Io ho trovato molto gradevole Kanazawa, per il giardino, per i quartierini di geishe e samurai che fanno si il paio con quelli di Kyoto ma con molta meno gente e per una lunga passeggiata notturna vicino a un piccolo canale in una zona residenziale per tornare dal centro città alla mia guesthouse che si trovava vicino alla stazione (anche a me ha impressionato), guesthouse che tra l’altro era davvero davvero carina e gestita da delle ragazze simpaticissime. In effetti poi mi sa che a fare si che un posto diventi un top o un flop più che il posto in sé siano le sensazioni, le situazioni e gli incontri che ci si fanno.
Sai che il Fuji è anche mio più grosso rimpianto, solo che io non solo non sono riuscito a salirci…non sono proprio MAI riuscito neanche a vederlo! Era sempre completamente coperto di nubi.
52 giorni in totale in 2 viaggi e dannazione non sono ancora riuscito a vedere il Fuji 😦
Un programma estivo avventuroso???? io divento curioso!!
Ciao ciao ^^
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Sono d’accordo con te, a fare la differenza sono le sensazioni e gli incontri, assolutamente 🙂
Mi stai dicendo che il Fuji con te si è sempre nascosto?! Ma allora anche tu devi tornare 😉
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Vuol dire che quest’estate torni in Giappone (personalmente credo andrai in un’altro luogo). Bella la top 5 anche se x ora il Giappone è a metà della mia lista paesi da vedere! Ma questa lista è da tenere a mente.
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Per quest’estate ho un programma decisamente più…avventuroso, diciamo così 😛
Se ti capita, tieni presente anche il Giappone, scommetto che non deluderà neanche te 😛
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io sono tra quelli che non si sentono particolarmente attratti dal giappone, ma proprio ieri mi hanno regalato il libro della Pina (di radio dj) su Tokyo e oggi ho trovato questo post… io credo nelle coincidenze, forse è arrivato il momento di mettere questo paese in wish list 🙂
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Io ci credo eccome, sono segni, forse vale la pena ascoltarli 😉
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E’ un paese che non si finisce mai di conoscere… è proprio vero, ancora oggi, dopo ormai più di 10 anni di frequentazione per studio, viaggi e lavoro, ci sono cose che continuano a stupirmi, cose che pensavo di sapere e che poi ti rendi conto di non aver minimamente compreso. Io amo il Giappone, ma sono di parte lo ammetto, molte cose del Giappone (e dei giapponesi) non mi piacciono, ma penso sempre sia una realtà interessante e unica con cui confrontarsi, in grado di arricchirci.
Mi è piaciuta la tua top 5 che rispecchia anche la mia (ma ammetto di avere una predilezione per Tokyo, forse perché è stato il mio primo Giappone, o forse per il mio animo profondamente metropolitano), sulle delusioni concordo con te con Kanazawa, verso cui ero carica di aspettative ma non mi ha soddisfatta fino in fondo. Il giardino mi è piaciuto devo dire, e anche alcuni angoli di Higashi chaya, però la città in sé non mi ha colpita come credevo. Il monte Koya invece è stato una bellissima esperienza, forse non “mistica” come mi aspettavo, ma emozionante a modo suo.
Se può consolarti, neanche io sono mai salita sul Fuji! 🙂
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Mi consola sì! 😉
Tokyo in effetti non l’ho inserita perchè non mi è dispiaciuta, ma con lei non è scattato il cosiddetto “colpo di fulmine” come invece è successo con Kyoto (è lei “il mio primo Giappone”, come dici tu: sarà questo allora?) e Hiroshima, per ragioni diverse 🙂
Certo è che si tratta di un Paese del quale più si scopre e più si vorrebbe scoprire, con tutte le sue bellezze e stranezze 🙂
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io sono nella squadra degli attiratissimi e non vedo l’ora di andare. è tra le mie mete da fare nel medio-lungo termine.
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Merita tantissimo! Io che ero nella squadra degli scettici tornerei subito 🙂
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figurati allora io che sono già attirata. io a dire il vero non sono tanto attirata dal Giappone moderno quanto da quello antico delle tradizioni e dai contrasti tra i due.
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Secondo me, è la parte migliore 🙂
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Eh sì, è forse quella più autentica. Le grandi metropoli alla fine si somigliano un po’ tutte
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